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Pordenone, la scappatella e il ricatto hard: “Sono incinta, pagami le spese”

Due quarantenni della provincia di Pordenone hanno affrontato un processo per tentata estorsione: lei aveva conosciuto un uomo in chat e, dopo aver avuto con lui una relazione, lo aveva iniziato a ricattare.
A cura di S. P.
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Si conoscono in chat, decidono di incontrarsi e dopo appena quattro giorni lei lo contatta per comunicargli che è incinta. E che il padre del bambino sarebbe stato proprio lui, l’amante visto per la prima volta appena qualche giorno prima. Da quel momento lei ha iniziato a ricattare l'uomo. “Posso dimostrare che il padre sei tu, pagami le spese per l’aborto”, questa la “richiesta” della donna. Un ricatto poi finito in tribunale. A raccontare la storia che vede protagonisti due quarantenni residenti nella provincia di Pordenone e un uomo di Forgaria (Udine) è il Gazzettino. Il quotidiano scrive che la donna, una romena, ha iniziato a chiedere soldi all’amante conosciuto in chat qualche giorno dopo il loro primo incontro ma che lui, consapevole di avere gravi problemi di infertilità (la moglie aveva fatto ricorso all’inseminazione artificiale per avere figli), ha deciso di denunciarla insieme al compagno, un friulano.

La donna e il suo compagno sono stati assolti – Così i due hanno affrontato un processo per tentata estorsione. Difesi dall’avvocato Giovanni Bonora, entrambi sono stati assolti “perché il fatto non costituisce reato”. La vittima sapeva di non poter avere figli e le minacce – compresa la telefonata minatoria fatta dal compagno della donna che voleva 700 euro altrimenti lo avrebbe denunciato per violenza sessuale – non lo avrebbero turbarlo più di tanto.

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