Ponte sullo Stretto di Messina, enigma tutto italiano
C'è da chiedersi con quali soldi, giacché la morsa della crisi non sembra destinata a volerci concedere respiro; eppure, stando a quanto sostiene il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Altero Matteoli, il ponte sullo Stretto di Messina si farà, sempre e comunque, grazie al fatto che i tagli avrebbero risparmiato opere che il Governo definisce prioritarie come il tanto discusso collegamento tra Calabria e Sicilia.
Tuttavia bisogna considerare che l'Unione Europea ha confermato, nell'ambito del progetto riguardante potenziamento e realizzazione di reti infrastrutturali nel campo di trasporti, energia e telecomunicazioni, il proprio sostegno ai lavori di collegamento ferroviario tra Napoli e la Sicilia e tra Napoli e la Puglia, non citando nemmeno il ponte tanto bramato dal Ministro. Il documento che ufficializzerà la lista (qui il documento esclusivo ANSA comprendente tutte le opere) è atteso per la giornata di oggi e vede numerosi progetti che potranno beneficiare dei 50 miliardi complessivi, tra cui le linee Genova-Trieste e Torino-Venezia.
«Se l'Italia vorrà portare avanti il progetto dovrà trovare da sola i soldi per realizzare l'opera» dicono da Bruxelles; dunque, se i tagli che la legge di stabilità ha previsto dovessero risparmiare i costosi lavori tra Scilla e Cariddi, per adesso stimati intorno ai 9 miliardi, senza contare le centinaia di milioni già uscite, la mancanza dei fondi comunitari potrebbe costituire una grossa ipoteca per il futuro del ponte, nonostante quanto affermato dal Ministro; a cui ribattono, a distanza, Alberto Ziparo dell'Università di Firenze e Guido Signorino dell'Università di Messina, che da anni valutano l'impatto della costruzione sull'ambiente.
«Anche per rispetto al paese e alla società italiana che sta soffrendo i termini di una crisi economica drammatica va chiuso definitivamente il pozzo di S. Patrizio degli sprechi del ponte, interrompendo subito ogni procedura e chiudendo la Stretto di Messina. A questo proposito si sottolinea che ad oggi l’interruzione delle procedure del Ponte non comporterebbe alcuna penale, circostanza confermata dagli stessi dirigenti della Stretto di Messina». Certo, è vero che proprio ieri la sovraintendenza ai Beni Culturali messinese ci ha tenuto ad esprimere il suo parere di conformità per il progetto rispetto "ai contenuti normativi e ai principi di tutela paesaggistica", ma il grande enigma resta: dove si trovano i soldi per questa opera imponente? E soprattutto, ha senso continuare se l'Europa sembra voler lanciare un messaggio inequivocabile, in merito all'utilità per i cittadini europei di questa struttura? (fonte ANSA)