Ponte Morandi, “problemi di sicurezza segnalati già anni prima del crollo”
I gravi problemi strutturali che affiggevamo il Ponte Morandi di Genova sarebbero stati segnalati alla società autostrade già anni prima del crollo del 14 agosto 2018 in cui sono morte 43 persone. È quanto sostiene il quotidiano Financial Times dopo aver letto il rapporto che era stato commissionato da Atlantia, la holding che controlla Autostrade per l’Italia dopo il crollo del Viadotto Polcevera per verificare i precedenti interventi ma che non è mai stato diffuso pubblicamente. Il quotidiano finanziario sostiene di aver avuto accesso al documento, ora nelle mani degli inquirenti, e aver scoperto che i tecnici avevano segnalato da tempo le anomalie chiedendo interventi radicali per salvare il ponte. Il rapporto finale era stato presentato lo scorso novembre al Consiglio di amministrazione di Atlantia ma, sempre secondo il giornale britannico, "la presentazione del rapporto era stata affrettata, senza abbastanza tempo per elaborare i risultati del documento di 87 pagine".
Tra i problemi giudicati gravi e dunque con necessità di interventi radicali vi era proprio quello alle travi, scoperto per la prima volta nel lontano del 2011 e ancora in fase di test supplementari nel 2018. Nel rapporto la società però assicurava che tutte le questioni di sicurezza son state affrontate in conformità con la legge. Atlantia dal suo canto infatti ha confermato che il rapporto è stato presentato al board il 9 novembre scorso e valutato anche dal comitato di gestione del rischio e che in base a quei dati si è agito.
Autostrade: "Nessuna analisi parlava di un intervento urgente su Ponte Morandi"
"Nessuna analisi o relazione aveva fatto immaginare che fosse necessario un intervento urgente", ha spiegato un portavoce della società, sottolineando che "il grado 50 dato ad alcune zone non indica un problema di sicurezza e consente di pianificare un intervento nell’arco di 5 anni". "I costi di manutenzione di Autostrade sul ponte Morandi — 9 milioni di euro tra il 2015 e il 2018 — sono stati più alti della media di ogni altro viadotto nella nostra rete stradale" ha tenuto a ricordare lo stesso portavoce, assicurando inoltre che la società ha fatto tutto quello che poteva fare per reagire al disastro in modo appropriato e tempestivo.
Nei mesi scorsi la stessa commissione ispettiva nominata dal Ministero delle infrastrutture dopo il crollo del Ponte Morandi di Genova aveva concluso che Autostrade per l’Italia “pur a conoscenza di un accentuato degrado del Viadotto non ha ritenuto di provvedere come avrebbe dovuto al loro immediato ripristino e per di più non ha adottato alcuna misura precauzionale a tutela della utenza”.