Ponte Morandi, l’ispezione tre anni prima del crollo: mancava il cemento e l’acciaio si muoveva
"Cosa mandavano i ciechi! mandavano i ciechi a fare ispezioni questi! I ciechi!" così si esprimeva l'ex dirigenti di Autostrade per l’Italia a capo della manutenzione, Michele Donferri Mitelli, in una conversazione con un altro dirigente del gruppo dopo il crollo del Ponte Morandi di Genova nell'agosto 2018, riferendosi alle ispezioni, in alcuni casi affidate anche a terzi, che non avrebbero segnalato quanto stava accadendo. Dello stesso tono anche un'altra conversazione intercettate dagli inquirenti in quei mesi dopo la tragedia costata la vita a 43 persone e che registra lo sfogo di uno dei tecnici della Spea, la società del gruppo Benetton che si occupava della manutenzione del viadotto crollato, sulle modalità con cui venivano svolti i rilievi sul ponte.
L'uomo, parlando al telefono con un collega che è ora indagato come lui nell’ambito del procedimento sul disastro, criticava le scelte del gestore del tratto stradale che preferiva fare le verifiche di notte per evitare di chiudere l’autostrada al traffico. "Noi abbiamo lavorato come ci hanno sempre detto… ovvero alla c… perché se va a vedere un ponte di giorno… eh ci siamo mai andati di giorno? No… perché non han chiuso prima? Per il traffico, eh beh, chiudi tre ore e ci vai… Cioè, vai a vedere un ponte di notte? Chiudi e lo vai a vedere di giorno, non vai di notte con le lampade" dicevano i due tecnici come trascritto nelle intercettazioni del Guardia di Finanza ora agli atti del processo.
Eppure nonostante le ispezioni notturne qualcuno quei controlli li aveva fatti e aveva sottolineato la necessità di misure urgenti sul ponte Morandi ben tre anni prima del crollo, nel 2015. Lo sottolineano i periti del Gip nella relazione consegnata a dicembre. Gli esperti incaricati dal giudice sottolineano che nel 2015, quando "si torna, circa un quarto di secolo dopo, ad effettuare delle ispezioni davvero significative dello stato degli stralli sia della Pila 9 che della 10", i risultati non erano affatto incoraggianti. Gli stessi ispettori Spea infatti avevano segnalato nella loro relazione che sullo strallo della pila 9 lato Genova/mare "La guaina è apparsa ossidata; l'iniezione è assente; sono stati visti 3 dei 4 trefoli che si muovono con facilità facendo leva con uno scalpello e i fili dei trefoli sono ossidati".