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Crollo ponte Morandi a Genova

Ponte Morandi, la commissione accusa Autostrade: “Sapeva ma non ha fatto nulla”

Per la commissione di esperti, nominata dal ministero dopo il crollo del ponte Morandi, Autostrade per l’Italia “pur a conoscenza di un accentuato degrado del Viadotto non ha ritenuto di provvedere come avrebbe dovuto al loro immediato ripristino e per di più non ha adottato alcuna misura precauzionale a tutela della utenza”.
A cura di Antonio Palma
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Autostrade per l'Italia "pur a conoscenza di un accentuato degrado del Viadotto e in particolare delle parti orizzontali " che mostravano "deficit strutturali non ha ritenuto di provvedere come avrebbe dovuto al loro immediato ripristino e per di più non ha adottato alcuna misura precauzionale a tutela della utenza". Così, nella sua relazione conclusiva, la commissione ispettiva nominata dal Ministero delle infrastrutture dopo il crollo del Ponte Morandi di Genova mette sotto accusa la società Autostrade , gestore del viadotto Polcevera,  franato di schianto il 14 agosti scorso provocando 43 morti. Nel documento, la commissione presieduta dall'ingegner Alfredo Principio Mortellaro, sottolinea inoltre come il concessionario abbia sottovalutato "l’inequivocabile segnale di allarme", "minimizzato o celato" la gravità della situazione allo stesso Ministero delle Infrastrutture evitando di segnalare  “gli elementi conoscitivi” che avrebbero permesso agli organi di vigilanza di intervenire.

Anche la presentazione dell'intervento sul ponte, il cosiddetto progetto di retrofitting elaborato da Autostrade nel 2017,  era stato descritto "come un mero ripristino conservativo dell'opera al fine di ‘allungarne la vita utile', non consentendo alla Direzione generale per la vigilanza sulle concessioni autostradali del MIT  "di coglierne la complessità tecnica ed organizzativa e quindi l'opportunità di inviarlo al Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici". Inoltre si segnala come il fatto che siano stati i tecnici stessi di Aspi a presentare – lo scorso 1° febbraio – il progetto di intervento sulla struttura rappresenti una "procedura irrituale ed inopportuna al fine di un esame neutrale del progetto". E comunque, osserva la commissione, "nessuno, né Autostrade, né la Divisione 4, né il CTA del Provveditorato, ha colto la necessità di valutare l'importanza del progetto e la sua coerenza con la particolare e complessa struttura portante" del viadotto.

Simbolico di questa mancanza di attenzione viene descritto anche il caso della valutazione di sicurezza del viadotto, richiesta durante l’indagine della commissione ma mai arrivata perché “Non esiste, non essendo stata mai eseguita”, scrivono i tecnici del commissione nelle 250 pagine di relazione pubblicate integralmente sul sito del Mit. La commissione “ha ribadito la propria richiesta” il 31 agosto e “ha appreso che, contrariamente a quanto affermato nella comunicazione del 23 giugno 2017 della Società alla struttura di vigilanza, tale documento non esiste“ ma “doveva essere concluso entro il 31 marzo 2013”.

In definiva, le misure adottate da Autostrade per la prevenzione del viadotto Polcevera, sostengono i commissari, “erano inappropriate e insufficienti considerata la gravità del problema”, ancora di più se si pensa che la concessionaria “era in grado di cogliere qualitativamente l’evoluzione temporale dei problemi di ammaloramento" del ponte. "Questo evento luttuoso, che ha causato 43 vittime, non deve consumarsi – prosegue il documento – senza che la Nazione prenda coscienza del fatto che questo sistema di gestione dell'infrastruttura pubblica, sul piano tecnico-gestionale, non ha funzionato ed in particolare non ha garantito la sicurezza degli utenti". Sulla base del lavoro svolto dalla Commissione, si conclude,  il Governo "potrà trovare utili elementi per il Legislatore per inserire tutti quei correttivi sul piano delle norme tecniche e legislative che si impongono per la riforma del settore della gestione delle opere in concessione. Tali attività paiono atto dovuto ai cittadini di questo Paese per non rendere vano il sacrificio di tante vite umane".

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