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Crollo ponte Morandi a Genova

Ponte Morandi, i familiari delle vittime: “Mole di atti processuali solida, speriamo in una condanna”

Si è tenuta oggi la prima udienza per il crollo del Ponte Morandi avvenuto il 14 agosto 2018 a Genova. La prossima convocazione è stata fissata per il 12 settembre. In aula anche il Comitato per il ricordo delle vittime. La portavoce Egle Possetti: “Speriamo in una condanna, ma alcune responsabilità morali non sono a processo”
A cura di Gabriella Mazzeo
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Si è tenuta nella mattina di oggi la prima udienza riguardante il processo per il crollo del Ponte Morandi avvenuto a Genova il 14 agosto di 4 anni fa. Sono 59 gli imputati alla sbarra, 178 i testimoni convocati e migliaia gli atti raccolti. Il procedimento per uno dei più grandi disastri della storia d'Italia vedrà una serie di udienze fissate da qui a un anno: la prossima sarà il 12 settembre.

Presenti in aula anche i membri del Comitato Ricordo Vittime.  "Siamo molto speranzosi anche se preoccupati – ha spiegato ai microfoni di Fanpage.it Egle Possetti, portavoce del Comitato -. La Procura ha fornito una mole di documenti molto solida. Speriamo che tutto possa andare per il meglio e che si riesca ad arrivare a una condanna definitiva".

Secondo Possetti, però, ci sono "responsabilità morali" che non sono materia di processo. "Per queste non avremo mai una condanna e quindi non possiamo parlare di giustizia completa, non può essere fatta. Speriamo però di riuscire a trarre il meglio da questo procedimento". Nonostante la brevità dell'udienza, i membri del Comitato Ricordo Vittima del Ponte Morandi si sono dichiarati soddisfatti.

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"Questi giudici ci sono sembrati decisi e pronti. L'udienza è stata veloce, ma il collegio è determinato – ha raccontato Paola Vicini, mamma di una delle vittime -. Dobbiamo provare ad essere freddi e ascoltare quello che viene detto in aula, anche se le emozioni sono molto forti. Si è aperto un percorso lungo e difficoltoso, ma siamo ottimisti sugli esiti".

"L'impressione è stata positiva, il collegio è deciso e spedito e intende andare avanti senza perdersi in alibi – ha spiegato Giuseppe Matti Altadonna, padre di Luigi, una delle vittime del crollo -. Dopo che si sarà conclusa la parte relativa alle parti civili, si andrà subito al dibattimento. L'importante è arrivare alla verità".

"Speriamo che questo spirito combattivo resti fino alla fine della vicenda giudiziaria – ha dichiarato Gianluca Ardini, sopravvissuto alla strage -. È stato brutto rivivere quelle cose. Ho provato principalmente rabbia durante l'udienza"

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La protesta dei giornalisti

Nello stesso contesto si è tenuta anche la protesta dei giornalisti liguri. Prima del processo i reporter hanno partecipato a un sit-in al tribunale di Genova. L'iniziativa è stata promossa da Assostampa, Ordine e Gruppo Cronisti Liguri. Alla base della mobilitazione, la decisione del presidente di collegio giudicante di consentire solo 10 minuti di immagini alla prima udienza, oscurando le successive. Si tratta, secondo i giornalisti liguri, di una grave violazione del diritto di cronaca. Al presidio hanno partecipato anche Usigrai e Cdr della Tgr Rai Liguria.

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