Ponte Calatrava, Venezia dice addio al vetro: mezzo milione per rifare i gradoni in pietra
Dopo oltre un decennio di polemiche, accuse, critiche e aggiustamenti vari, Venezia dice addio al Ponte di Calatrava così come lo abbiamo conosciuto per rifarlo in parte in pietra. Almeno questo è l’intento dell’amministrazione comunale del capoluogo veneto che ora per l’impegno ha anche stanziato i fondi necessari, mezzo milione di euro messi a bilancio nel testo programmatico che deve però essere approvato in consiglio comunale dove sicuramente non mancheranno altre polemiche. Il progetto di sostituire le lastre di vetro in realtà è vecchissimo e risale già ai primi anni dopo l’inaugurazione del 2008. Le prime ipotesi di modifica radicale con gradoni di pietra invece è di cinque anni fa e lo stesso Comune di Venezia ha annunciato a più riprese un intervento, ogni qualvolta che con la stagione fredda i gradini ghiacciati divengono scivolosi con cadute e richieste di risarcimento.
Anche questa volta è accaduto lo stesso dopo i primi capitomboli delle scorse giornate e i relativi divieti di passaggio sui lati più pericolosi e le solite strisce anti scivolo. Questa volta però ci sono anche i soldi messi a bilancio con la dicitura “Sostituzione pavimentazione ponte Costituzione”, come rivela il Corriere della sera. Il piano prevede l’uso di trachite, una roccia magmatica che già costituisce la caratteristica pavimentazione di Venezia ed altri centri storici dell'area. Si tratta dello stesso materiale già usato nel 2018 per sostituire le prime otto doppie lastre del ponte che unisce piazzale Roma alla stazione di Santa Lucia. Si tratterebbe in pratica di completare quella operazione fatta solo in parte con il benestare della stessa archistar che ha progetto il ponte, Santiago Calatrava.
Nel progetto, che dovrà avere il via libera anche della Soprintendenza, oltre ai gradoni sono previsti lavori di sistemazione e manutenzione straordinaria. Intanto lo stesso Comune di Venezia avvia un’azione di risarcimento nei confronti di chi ha pensato e realizzato l’ovovia sul Ponte di Calatrava, un’altra opera super contestata e che non è mai entrata in funzione in quanto “caratterizzata da sufficiente affidabilità” come ha stabilito una perizia. L’opera da 1,7 milioni di euro è stata smantellata nel 2015 senza mai entrare realmente in funziona per una serie di problemi tecnici e di progettazione.