Scavi di Pompei, la denuncia: “Area archeologica sacrificata per un centro commerciale”
L'Osservatorio Patrimonio Culturale ed il presidente Antonio Irlando sono indignati dalle rivelazioni della recente inchiesta del settimanale L'Espresso su "un vasto ed importantissimo insediamento archeologico, scoperto da qualche anno a poche centinaia di metri dagli scavi di Pompei, di fatto sacrificato per la costruzione di un centro commerciale". Secondo Irlando, la soprintendenza archeologica di Napoli e Pompei -che ha autorizzato i lavori in un'area vincolata- non avrebbe applicato tutte le opportune azioni per la salvaguardia di un territorio patrimonio dell'Umanità e tutelato dall'Unesco.
"Lo scempio -continua il comunicato diramato dall'Osservatorio- dell’inedita area archeologica del suburbio pompeiano, che sorge in territorio di Torre Annunziata al confine con Pompei, è ampiamente documentato da un servizio pubblicato nei giorni scorsi dal settimanale “L’Espresso”. È necessario che la Procura della Repubblica di Torre Annunziata avvii un’indagine per chiarire la sconcertante vicenda, accertando le eventuali responsabilità sui gravi fatti, anche per scongiurare altri danni al patrimonio archeologico individuato nell’area, nota in antichità come Pagus Augustus Felix Suburbanus".
Il presidente Irlando ricorda che "lo scempio" sarebbe stato compiuto in un'archeologica "notoriamente ricca di insediamenti extraurbani sia produttivi che residenziali, tra cui la vicina “Villa dei Misteri” e la “Villa di Poppea” ad Oplontis". Rischi anche per la tutela Unesco del sito, paventati nel comunicato dell'Osservatorio, nonostante soltanto pochi giorni fa il ministro per i Beni Culturali, Massimo Bray, avesse smentito la possibilità che gli scavi archeologici di Pompei possano essere inseriti nella black-list dei patrimoni dell'umanità.
Il territorio di Pompei è stato già oggetto di vicende torbide legate all'altro centro commerciale costruito su un'area di elevato valore archeologico. Il centro commerciale La Cartiera -secondo le risultante delle indagini della Procura di Torre Annunziata ed una sentenza del Consiglio di Stato- sarebbe totalmente abusivo, edificato sulla base di permessi che permettevano soltanto delle ristrutturazioni di un preesistente fabbricato.