Pompei, ecco come muoiono gli Scavi (VIDEO)
L'Unesco minaccia di ritirare la tutela dal sito archeologico di Pompei per le pessime condizioni di manutenzione degli scavi e la soprintendenza se la prende con le guide turistiche abusive, che a detta degli operatori del settore non esercitano più da anni. "Un'operazione di facciata" si sfoga un accompagnatore dei turisti che incontriamo davanti alla Casa dei Vettii, gioiello architettonico e artistico chiuso da anni e lasciato al degrado. "Nel corposo report che l'Unesco ha pubblicato la settimana scorsa ci sono delle foto di questa casa invasa dalle erbacce" rivela Antonio Irlando, presidente dell'Osservatorio sul patrimonio culturale. "Anche il famoso dipinto del Priapo che si vede all'entrata è stato per lungo tempo nascosto da un drappo, con somma delusione dei turisti".
L'Unesco giudica carente la manutenzione del sito di Pompei e prospetta di inserirlo nella lista dei luoghi "danger", in pericolo di distruzione. Girando per l'antica città romana ci si rende conto che gli stucchi delle mura stanno crollando, i mosaici sono invasi dalle erbacce che ne fanno saltare le tessere e le infiltrazioni di acqua mettono a rischio gli affreschi. Finanche il simbolo della città, il mosaico del Cave Canem all'entrata della Casa del poeta tragico, è ormai quasi scomparso. Le lettere sono illeggibili e molte parti dell'opera sono irrimediabilmente perse.
Il Grande Progetto Pompei, inaugurato dal governo Monti con 105 milioni di euro di finanziamento europeo per il restauro del sito, rischia di non rimettere in sesto la situazione. "Come prima cosa, i siti scelti per il restauro non sono né quelli ridotti peggio, né quelli di maggiore richiamo turistico" ci spiega Antonio Irlando. "Per ora sono partiti i bandi per la Casa della fontana piccola, per quella del Criptoportico e dei Dioscuri. Ma basta vedere le condizioni in cui si trova la Casa del Fauno, grande attrattore turistico della città, per capire che bisognava partire da lì per salvarne i mosaici e le pitture". Inoltre, l'ombra del massimo ribasso si allunga sui tre cantieri già aperti: "I bandi sono stati vinti con un ribasso in media del 50% sul prezzo di gara, questo significa che la ditta appaltatrice vede annullato del tutto il proprio profitto e ci sono anche interrogazioni parlamentari per chiarire la qualità degli interventi che verranno realizzati". Infine, si è in grande ritardo sul cronoprogramma dei lavori, che dovrebbero finire già nel 2014 – mentre mancano ancora gli affidamenti dei due bandi più costosi.