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Polizia scaraventa a terra 14enne, studenti denunciano: “Forze dell’ordine fuori dalle scuole”

La denuncia da Parma di un collettivo studentesco: “L’intervento della polizia in una scuola è un fatto grave, si tratta di un abuso di potere”. Contrastanti i pareri degli studenti. Nessun commento da parte di preside e questura.
A cura di Beppe Facchini
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Polizia fuori dalle scuole”. È il messaggio rilanciato ai microfoni di Fanpage.it da Giovanni Ferrari, uno dei giovani attivisti del Csa di Parma, il Collettivo Studentesco Autorganizzato che ha diffuso in rete le immagini choc di un intervento delle forze dell'ordine all'interno di una scuola superiore della città, in seguito ad una rissa fra due 14enni.

I protagonisti della lite sarebbero iscritti al primo anno dell'Istituto Tecnico Economico “Giambattista Bodoni” di viale Piacenza: uno di loro, come si evince dai pochi secondi che documentano quanto accaduto lo scorso 12 ottobre durante la ricreazione, è stato anche immobilizzato a terra da un poliziotto, fra le urla dei compagni che hanno assistito alla scena e quelle dei professori che cercavano a fatica di mantenere la situazione sotto controllo.

La dirigente scolastica, Elisabetta Mangi, non ha voluto rilasciare dichiarazioni a riguardo, ma nei giorni scorsi è comunque apparsa sulla stampa locale la notizia secondo la quale sarebbero già pronti provvedimenti per i due giovani e per chiunque diffonda immagini dell'accaduto. Nessun commento a riguardo, inoltre, anche da parte della Questura, contattata per saperne di più.

Fuori dai cancelli della scuola, subito dopo il diffondersi della notizia è apparso uno striscione che difende l'istituto (oltre ad una lettera aperta che prendeva le distanze sull'episodio, divulgato per primo dalla stampa locale, diffusa tramite la pagina Facebook del Bodoni) alcuni degli studenti hanno raccontato la propria testimonianza ed espresso pareri a riguardo, fra chi ritiene esagerato il ricorso alle forze dell'ordine per sedare la rissa e chi non può far altro che appoggiare la scelta -sembrerebbe di un docente- di allertare la polizia.

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Non è abuso di potere” spiega uno studente, diversamente da quanto invece denunciato gli attivisti del collettivo Csa. “Quel ragazzino non stava bene -continua- stava cercando di malmenare di brutto un altro. Andava lì, faccia a faccia, e cercava di tirargli dei pugni. Lui oltre che schivare non poteva fare niente se no veniva sospeso. I professori e le bidelle hanno cercato comunque di placare la situazione, però…”

Uno dei due giovani, spiega ancora il compagno di istituto, che ha assistito alla scena, è da qualche giorno che non si vede più in corridoio, probabilmente sospeso o sanzionato “giustamente dalla preside, che ha fatto il suo dovere”, sottolinea il ragazzo. L'altro, “il ragazzo che cercava semplicemente di difendersi, niente”. “Un professore ha cercato di dividerli ma ha preso anche lui delle botte” sostiene un altro testimone. “Scandalo, non serviva a niente” l'intervento della polizia, aggiunge un compagno. “Mi sembra un po' esagerato, dice un'altra studentessa. Più che altro dovrebbe essere la scuola a saper controllare la cosa”. Dello stesso parere anche Giovanni del Csa. “La scuola deve essere un posto di istruzione e che deve riuscire a tenere sotto controllo la situazione senza l'aiuto delle forze dell'ordine”.

“L'azione di una forza dell'ordine su un ragazzino minorenne la troviamo assolutamente spropositata, continua l'attivista del collettivo. Per noi si tratta di un abuso di potere. L'intervento della polizia in una scuola è un fatto grave, conclude Giovanni. Non giustifichiamo l'azione del ragazzo che ha sbagliato, però non la criminalizziamo: la scuola (in generale, ndr) negli ultimi anni ha avuto un forte degrado e le situazioni al loro interno sono peggiorate”.

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