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Politiche 2013, ci risiamo: ritornano toghe rosse, inchieste ad orologeria e golpe giudiziari

La longa manus dei giudici sulle elezioni politiche, le inchieste ad orologeria, il terrore del golpe bianco delle toghe rosse: la campagna elettorale si arricchisce dell’immancabile complottismo (non solo da destra). Della serie: cose di cui avremmo volentieri fatto a meno.
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Berlusconi-toghe

"È saltato il normale rapporto tra i poteri dello Stato. La magistratura sta letteralmente mandando in malora l'Italia con una azione giacobina. Siamo di fronte ad una offensiva della magistratura che è terribile ed avanza senza limite mentre il governo è paralizzato". Alzi la mano chi sentiva la nostalgia di un bello scontro politica – magistratura ad una decina di giorni dal voto per le politiche del 2013. E invece eccoci di nuovo qui, a parlare della "manina, anzi manona, giudiziaria nei 10 giorni decisivi della campagna elettorale". Probabilmente, ribaltando il concetto, si potrebbe anche dire che il Cavaliere non aspettava altro che la possibilità di ritornare ad attingere al pezzo forte del suo repertorio, quello del complotto della magistratura politicizzata, dopo un inizio di campagna centrato invece su promesse – proposte shock.

Peraltro il Cavaliere sarebbe anche in buona compagnia, dal momento che, mai come in questa occasione, a finire al centro (in maniera più o meno diretta) delle indagini, delle inchieste e in alcuni casi dei provvedimenti di natura giudiziaria, non è stato solo il centrodestra. Anzi, si può dire che, almeno secondo i sondaggi, ad influire in misura maggiore sia stato proprio lo scandalo Mps, che probabilmente chiama in causa il rapporto mai completamente risolto fra banche, finanza e politica, ma che sicuramente rappresenta un'insidia per chi (il centrosinistra) amministra città e fondazione da anni. È chiaro poi che i casi Finmeccanica, Fitto e Formigoni rappresentino insidie per la credibilità della coalizione guidata da Berlusconi (che peraltro è riuscito ad ottenere un differimento dei suoi processi più spinosi, tramite il ricorso sistematico al legittimo impedimento).

Ma ciò non basta a giustificare l'ennesima occasione persa. Quella di evitare di riaprire un fronte, la polemica istituzionale, pericoloso e inessenziale al tempo stesso. Quella di parlare di programmi, di idee, di proposte per risollevare un Paese inchiodato per anni al complottismo di più basso livello e costretto ad assistere ad un lungo braccio di ferro politico – giudiziario. Un lungo duello senza vincitori che ha finito col lasciare solo macerie, delegittimando allo stesso tempo politica e magistratura, insinuando dubbi sull'opportunità di quelli che invece sono semplicemente atti dovuti (cosa dovrebbero fare magistrati di fronte a scandali che chiamano in causa i politici, attendere la fine della campagna elettorale?) e d'altro canto, finanche legittimando una certa dietrologia. Ma tant'è, ci eravamo quasi illusi di assistere ad una campagna elettorale normale. Insomma, normale…

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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