Plasmon pronta a licenziare, i sindacati chiedono l’intervento del Governo
La Plasmon, azienda storica e simbolo per generazioni di italiani e da poco passata a nuovi proprietari, ha comunicato l'intenzione di avviare un piano di ristrutturazione che prevede il licenziamento in Italia di oltre 200 dipendenti, vale a dire circa il 25% dell'intera forza lavoro presente nel nostro Paese che conta su circa novecento addetti. Nel dettaglio i tagli annunciati riguardano gli addetti impiegati a Milano, Latina e Ozzano in provincia di Bologna. I sindacati non ci stanno e scendono in piazza per protestare contro quello che definiscono un taglio senza prospettiva né piano industriale a lungo termine. Allo sciopero indetto martedì dalle organizzazioni sindacali Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil e Coordinamento RSU hanno partecipato circa il 90% dei lavoratori del gruppo Plasmon e nuove manifestazioni sono previste oggi davanti alla sede milanese dell'azienda.
I rappresentanti dei lavoratori intanto hanno chiesto al governo di intervenire sull'azienda per imporre al gruppo di sedersi al tavolo delle trattative e sollecitato un incontro al ministero dello Sviluppo Economico. "L'azienda ha rifiutato il confronto con il sindacato su un piano industriale che dia garanzie per il futuro e dentro il quale si possono trovare soluzioni alternative ai licenziamenti" hanno affermano i sindacati in una nota, confermando che la mobilitazione negli stabilimenti della Plasmon e negli uffici della sede a Milano proseguirà anche nei prossimi giorni. Secondo i sindacati, tra l'altro, i nuovi proprietari "hanno già fatto procedure di ristrutturazione in giro per il mondo ma fortunatamente la legge italiana prevede dei tempi di discussione e noi in questo periodo vogliamo capire quale sarà il futuro degli stabilimenti e i piani di investimento per mantenere e rilanciare il marchio Plasmon in Italia".