Pizza No Pomì. La risposta di Napoli e di Sorbillo all’azienda padana
"Pomì utilizza solo pomodori padani”. E' questo il senso della pubblicità dell’azienda di conserve e salse di pomodoro con sede a Casalmaggiore (Cremona) per rassicurare i consumatori sui “recenti scandali di carattere etico/ambientale” che potrebbero riguardare gli altri produttori italiani, ma che così facendo rischia di sottoporsi ad un vero e proprio boicottaggio degli utenti dei social network, specialmente quelli del sud. Lo spot infatti farebbe riferimento indirettamente alla situazione che vive la Campania, e soprattutto alla “terra dei Fuochi“, area dove da anni bruciano i rifiuti tossici della Camorra. Da Napolimania con Enrico Durazzo ad Angelo Forgione di Vanto, passando per Gino Sorbillo, sono diversi i ‘napoletani doc' che si sono impegnati in forme di comunicazioni che invitano a danneggiare in qualche modo Pomì.
"Pizza? No Pomì. In questo locale non si usa la salsa padana". Gino Sorbillo, assieme al leader degli ecorottamatori Verdi Francesco Emilio Borrelli, ha affisso stamane un cartello fuori la sua pizzeria in Via Tribunali e i turisti sembrano aver accolto l'iniziativa, anche perché l'iniziativa è stata accompagnata da una vera e propria ‘pizza margherita' con su la scritta, fatta di mozzarella, ‘No Pomì' ."Invitiamo tutti i napoletani, i campani ed i meridionali – spiegano Sorbillo e Borrelli – a boicottare il marchio Pomì per mettere in ginocchio la loro azienda almeno finchè non chiederanno scusa come hanno fatto prima di loro e per altre ragioni i vertici della Barilla per la gaffe sugli omosessuali. E' bene ricordare che solo i pomodori come il San Marzano e il Pomodorino del Piennolo del Vesuvio si possono fregiare del marchio europeo Dop (denominazione di origine protetta) non certo quelli della pianura padana. Diversi autotrasportatori campani ci hanno addirittura informato che ogni anno partono centinaia di camion pieni di pomodoro non etichettato campano verso le sedi di lavorazione Pomì. Come hanno fatto con l' Stg della pizza napoletana o con la mozzarella di bufala queste realtà imprenditoriali culturalmente leghiste non perdono occasione per denigrare e disprezzare Napoli ed il mezzogiorno per questo dobbiamo difenderci".