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Pizza bomber, la storia del fattorino che ha rapinato una banca con una bomba al collo

Il 28 agosto 2003, il fattorino della pizzeria Mama mia di Ernie, in Pennsilvanya, varca l’entrata della PNC Bank con una bomba legata al collo. Comincia così la rapina più scioccante d’America che vedrà, alla fine, detonare quella bomba.
A cura di Angela Marino
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È un torrido pomeriggio di agosto, anno 2003, Pennsilvanya. In una banca di Ernie, nella profonda provincia americana, un uomo con un paio di occhiali e una TShirt bianca entra con fare impacciato. Ha il collo della maglietta tirato su, come se sotto indossasse un collare ortopedico. "Fai quello che ti dico altrimenti sparo",  Il bancario rimane interdetto, ci mette qualche secondo a mettere a fuoco lo strano arnese che quell'uomo sudato e pallido stringe in mano. È un fucile, un'arma modificata dall'aspetto strano, simile a un bastone. Le telecamere della PNC Bank di Peach Street riprendono l'impiegato mentre, deglutisce, respira e tenta di spiegare a quell'uomo che a ora di pranzo la cassa è chiusa.

"Ho una bomba, se non mi dai 250mila dollari la farò esplodere". È un trucco vecchio quanto il mondo e ricorrente nel 90 per cento delle rapine dove, di solito, l'ordigno è un giocattolo. "Posso darti ottomila dollari, ok?". La scena è grottesca: il cassiere che gioca al ribasso con il rapinatore . "Le casse sono chiuse a quest'ora – spiega – apriranno alle quindici…". "Ok" fa l'uomo con il collare, poi prende i soldi e infila la porta. Non appena i suoi piedi varcano l'uscita, l'impiegato fa partire la chiamata al 911. "Un uomo ci ha rapinato, ha preso 8mila dollari". Anche a dirlo suona comico, in effetti è stata la rapina più strana mai avvenuta alla PNC. Mentre i soccorsi vengono predisposti l'uomo macina qualche metro, camminando con tale calma che la polizia lo intercetta pochi minuti dopo accanto alla sua auto, prima che possa salirvi. Questa, è ormai chiaro, non è una rapina come le altre e il criminale appena fermato, invece di scappare consegna ai poliziotti due fogli scritti fitti, che concludono con la frase: "Agisci prima, pensa dopo, o morirai". Si tratta di due pagine di istruzioni indirizzate al "Bomb Hostage" (l'ostaggio bomba), che elencano una serie di compiti –  tra i quali entrare in banca e farsi consegnare 250.000 dollari – seguiti da alcune indicazioni su come raccogliere elementi che consentano di disinnescare la bomba prima che esploda. Una sorta di caccia al tesoro in cui il premio è salvarsi la vita.

Lo scenario si ribalta: i cattivi sono buoni e i cattivi veri sono da un'altra parte. L'uomo della bomba, identificato come Brian Wells, non è un criminale, ma un ostaggio nella mani di tre criminali, quelli che gli hanno dato quei fogli attirandolo in casa con il pretesto di una consegna. "Sono solo un fattorino della pizza, ho preso una chiamata dal 8631 Peach Street, a pochi chilometri dalla pizzeria Mama mia, dove lavoro. Tre persone mi hanno intimato di eseguire le istruzioni altrimenti mi avrebbero fatto saltare in aria… Sotto il colletto della maglietta mostra un collare con un ordigno agganciato. Scatta la chiamata all'artificiere: la priorità è disinnescare ‘pizza bomber'. In attesa degli esperti l'uomo viene fatto sedere con le braccia bloccate, al centro di un prato. Mentre è in attesa dei soccorsi Brian Wells esplode con la bomba che porta al collo, tre minuti prima che arrivino gli artificieri.

"Pronto Polizia? Qui c'e un cadavere"

Un bottino di 8mila dollari, un ostaggio morto e un biglietto di istruzioni, la rapina di Ernie diventa un rompicapo senza soluzione e allo stesso tempo, un caso nazionale. L'indomani Robert Thomas Pinetti, un collega di Wells, viene trovato morto nella sua casa per overdose. Sarebbe stato ascoltato dalla polizia il lunedì successivo alla sua morte. Un mese dopo Ernie viene scossa da un altro evento macabro. Un uomo, Bill Rothstein, chiama la polizia dallo stesso appartamento dove era avvenuta la consegna della pizza mortale, segnalando la presenza di un cadavere di un uomo nel proprio freezer e sottolineando che l'avrebbe lasciato lì la sua ex, dopo averlo ucciso. Le indagini conducono a Marjorie Diehl-Armstrong, figlia di un ricco uomo d'affari, ex studentessa prodigio, ex criminale, accumulatrice seriale di cibo affetta da disturbo bipolare, con all'attivo tre accuse di omicidio.

L'ereditiera

La Armstrong viene arrestata e indagata anche per la rapina della pizza. Secondo un altro testimone, Kenneth Barnes, in carcere per altri crimini, la pericolosa ereditiera sarebbe la mente dietro a quel macchinoso piano. I soldi del bottino dovevano servire, nei piani della donna, a pagare il sicario che avrebbe ucciso suo padre, il quale da anni, di fronte alla sua condotta criminale, rifiutava di darle dei soldi. Qui arriva il colpo di scena: in questa intricata trama in stile ‘Fargo', lo sfortunato Brian Wells sarebbe stato un complice consapevole (fino alla detonazione della bomba), non una vittima. Armostrong e Barnes vengono condannati all'ergastolo (la prima) e  (quarant'anni), il secondo per cospirazione, rapina e omicidio. Marjorie Diehl-Armstrong è morta in cella nel 2017. Ha sempre sostenuto che Wells fosse coinvolto, ma non ha mai ammesso di aver premeditato la sua morte con quell'assurda ‘caccia al tesoro'.

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Giornalista dal 2012, scrittrice. Per Fanpage.it mi occupo di cronaca nera nazionale. Ho lavorato al Corriere del Mezzogiorno e in alcuni quotidiani online occupandomi sempre di cronaca. Nel 2014, per Round Robin editore ho scritto il libro reportage sulle ecomafie, ‘C’era una volta il re Fiamma’.
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