Piove di Sacco, la neonata trovata morta era nel water: “La madre negava di essere incinta”
La neonata morta a Piove di Sacco, nel Padovano, è stata trovata nel water di casa, in un bagno allagato, segno forse che lo sciacquone era stato azionato più volte. A trovarla – in un appartamento al primo piano di uno stabile che ospita un night club – sono stati i medici del Suem, che subito hanno chiamato i carabinieri.
Nella serata di ieri la madre della neonata, una donna di 29 anni, è stata fermata con l’accusa di omicidio aggravato e adesso si trova piantonata in ospedale. L’ipotesi – ben presto ieri si è parlato di possibile infanticidio – è che a mettere la neonata in quella posizione e ucciderla sia stata proprio la madre. Sarà l’autopsia a chiarire se la neonata sia nata viva – come sembra da una prima ricognizione esterna della salma – o no. Gli esami chiariranno quindi se la piccola è stata uccisa, probabilmente annegata nel water.
Della donna attualmente in stato di fermo si sa che era arrivata da pochi mesi dalla Puglia a Piove di Sacco e lavorava nel night club sotto all’appartamento in cui viveva. Stando a quanto ricostruito finora, avrebbe partorito da sola in casa: poi avrebbe chiamato alcune colleghe che lavoravano con lei. A quel punto sono stati chiamati i soccorsi.
In caserma ieri sono state ascoltate diverse persone per tentare di chiarire l’accaduto: tra questi, l’attuale gestore del locale, il precedente e anche le ragazze che lavoravano con la 29enne, alcune delle quali vivono nello stesso appartamento. Ragazze che quando sono arrivati i soccorritori già non erano più in casa: le telecamere di sorveglianza della strada le hanno riprese mentre, poco prima dell’arrivo dell’ambulanza, venivano accompagnate fuori con tanto di valigie da un uomo che si aggirava nei pressi dello stabile.
L’ex proprietario del locale, intanto, ha spiegato che si era accorto di quella gravidanza, ma che la giovane donna negava di essere incinta. "Mi ero accorto della gravidanza, anche se lei negava, dicendo che aveva avuto problemi di salute. Non ci credevo, ma non ho voluto indagare – le sue parole riportate dal Corriere del Veneto -. Di solito le ragazze rimanevano là per poco tempo, qualche settimana al massimo se avevano bisogno di un appoggio iniziale appena iniziato il lavoro". Lei, a quanto pare, non aveva un altro posto dove andare e per questo lui le aveva concesso di restare ancora: "Era una buona ragazza, se avessi pensato che sarebbe stata in grado di fare una cosa simile l’avrei cacciata immediatamente, era inimmaginabile".