Si suicida, Pino De Crescenzo, cassintegrato alla Fiat di Pomigliano
Pino De Crescenzo, 43 anni, padre di due figli, era un operaio e un attivista sindacale del reparto logistico della FIAT di Nola. L'uomo si è impiccato nella sua abitazione di Afragola, in provincia di Napoli. Non ha lasciato nessun biglietto utile a spiegare le motivazioni del suo gesto. Da diversi anni era in cassa integrazione a zero ore. "Come tutti gli altri lavoratori disoccupati e cassintegrati che si sono tolti la vita prima di lui, Giuseppe De Crescenzo non è una vittima del fato o del caso, ma di una politica che si disinteressa completamente del lavoro e delle condizioni di vita dei lavoratori", afferma il senatore Giovanni Barozzino, uno dei tre operai Fiom, della Fiat di Melfi, licenziati a causa di uno sciopero con l’accusa di sabotaggio e poi reintegrati dal giudice, ora capogruppo di SEL in commissione lavoro.
Negli ambienti operai la tragedia di Pino ha colpito tutti. Luigi Aprea, dirigente dello Slai, lo ricorda così: "L'ho visto per l'ultima volta all'assemblea sindacale nella Fiat di Pomigliano, la settimana scorsa: ci siamo abbracciati. Non mi sembrava che stesse sul punto di fare quello che ha fatto". "Era un attivista – ricorda Aprea – ricordo quando ha partecipato alla nostra iniziativa, la distribuzione delle "chiacchiere" di Marchionne, nel parco pubblico di Pomigliano. Appena poteva era lì con noi, a dare una mano".