Pietro Pinna è morto, aveva 89 anni: fu il primo obiettore di coscienza italiano

E' scomparso ieri pomeriggio a 89 anni a Firenze, dove abitava da anni, Pietro Pinna, ricordato come il primo obiettore di coscienza “politico” italiano, oltre che fondatore con Aldo Capitini del Movimento Nonviolento in Italia. Nato nel 1927 a Finale Ligure (SV), di origine sarda, fu chiamato alle armi nel 1948 ma il suo animo pacifista lo portò a rifiutare il servizio di leva. Una scelta che lo costrinse poi ad affrontare due processi militari e vari mesi di carcere militare prima di essere riformato per motivi medici. Successivamente si impegnò attivamente per il riconoscimento dell’obiezione di coscienza. Dopo la prima Marcia Perugia-Assisi divenne il più stretto collaboratore di Capitini. Insieme nel 1962, crearono il Movimento Nonviolento. Nel 1964 uscì anche il primo numero della la rivista Azione nonviolenta, della quale è stato fino al momento della sua dipartita il direttore responsabile.
In una nota, il Movimento Nonviolento, lo ricorda così: "Pietro Pinna – Piero, per tutti – ha avuto sempre chiaro che non si può sconfiggere la guerra senza eliminarne lo strumento che la rende possibile, gli eserciti. E in questo impegno per la nonviolenza specifica – fatto di disobbedienze civili, marce antimilitariste, azioni dirette nonviolente per il disarmo unilaterale – ha speso ogni momento della sua esistenza, coerente e rigoroso soprattutto con se stesso, sempre aperto all’incontro con l’ altro nella tensione e familiarità della ricerca della verità. Oggi, i giovani, che tanto a cuore stavano a Piero, che si affacciano all’esperienza del servizio civile, sanno – o dovrebbe sapere – che la loro esperienza di difesa civile non armata e nonviolenta è possibile soprattutto grazie all’impegno di una vita di Pietro Pinna. Ciao Piero”, conclude la nota.