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Pietro Maso: “I miei genitori mi mancano, oggi vorrei dir loro che gli voglio bene”

Pietro Maso si è raccontato nel programma di Rai 1 ‘Cronache Criminali’ in quella che ha dichiarato essere la sua ultima intervista “sull’omicidio di mio padre e mia madre”, che uccise nel ’91 per l’eredità.
A cura di Biagio Chiariello
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"Non aver mai detto ai miei genitori ‘ti voglio bene', ‘ho bisogno di voi', è una cosa che adesso mi manca, ne soffro, mi manca la possibilità di dire alle persone, soprattutto ai miei genitori, che ho bisogno di loro… ". Sente la mancanza di sua madre e di suo padre. I genitori che lui stesso uccise il 17 aprile 1991 con l'aiuto di tre complici a Montecchia di Crosara.

Un delitto compiuto da un 19enne, Pietro Maso. Ma oggi, Pietro Maso, di anni ne ha 50 ed è un uomo diverso, come ha spiegato alla trasmissione Cronache Criminali condotta su Rai1 da Giancarlo De Cataldo in quella che "sarà l’ultima intervista che rilascerò sull’omicidio di mio padre e mia madre".

Trent’anni dopo averli massacrati per l’eredità, Maso ammette di sentirne la mancanza: "Perché —racconta— la vita in sé è difficile e ho bisogno anch’io di essere confortato, di dare i miei valori e i miei sentimenti. Per questo i miei genitori mi mancano umanamente, perché vorrei con loro il contatto fisico, però spiritualmente sento che mi sono vicini e questo per me è già molto bello".

"Mi sarebbe piaciuto prendere le mani di mio papà, o quelle di mia mamma, e dire loro ‘Ti voglio bene”… Però, purtroppo, non ci sono mai riuscito".

Dal 2013, Pietro Maso è tornato ad essere un uomo libero. Oggi vorrebbe non essere ricordato per il suo passato, ma per la sua nuova vita. Oggi svolge l'attività di giardiniere e aiuta i carcerati a reinserirsi nella società. E il 50enne ha spiegato che la sua rinascita è iniziata proprio dietro le sbarre con l'aiuto della fede. Maso si sente dunque trasformato e per questo ha chiesto "di essere dimenticato e di avere quel poco spazio che mi permette di dedicarmi a tempo pieno, tramite la onlus La Pietra Scartata, all'inserimento lavorativo e sociale dei detenuti".

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