Piero, 91 anni di cui 70 passati in edicola: “Vorrei lavorare ancora, non mi ci vedo in pensione”
“Era il 19 ottobre del 1953, io avevo già lavorato da due giornalai, quando il mio amico Renato che aveva un’edicola ereditata addirittura dal nonno mi ha detto che l’avrebbe messa in vendita”.
Il racconto di Piero Scartoni a Fanpage.it comincia proprio dalle origini, dall’atto di acquisto dell’edicola di piazza San Jacopo, ad Arezzo, nel lontano 1953.
“Allora io mi sono messo a fare il giro dei parenti – continua – genitori, nonni, zii: alla fine sono riuscito a raccattare 1.5 milioni e l’ho presa”.
Quest’anno l’edicola festeggia i 70 anni dell’attività, ma si tratta di un compleanno dal gusto amaro, perché sarà l’ultimo festeggiato con Piero dietro al banco.
Per l’ormai 91enne, infatti, è arrivato il momento di ritirarsi: “A malincuore – ammette – ci sarei stato volentieri a lavorare ancora un po’, mi ci vedo proprio male in pensione”.
Unica consolazione, il fatto che l'edicola verrà acquistata dall'aretino Patrizio Bertelli, patron del gruppo Prada, e quindi continuerà a restare un punto di riferimento per passanti e abituali, al lato della piazza.
Piero ha fatto l’edicolante per tutta la sua vita, da quando aveva appena 18 anni. A chi gli chiede se si sia stufato risponde in tono nostalgico che il tempo là dentro è volato, gli sembra passata appena una settimana.
E invece è trascorsa una vita intera, nella gestione dell’edicola a Piero si è affiancata la figlia, sono arrivati nuovi clienti, mentre la lista dei suoi storici avventori conta anche svariati nomi “illustri”, da Pasolini a Gianni Brera, da Luciano Lama a Walter Veltroni.
La stessa cornice urbana si è inevitabilmente trasformata negli anni, l’edicola una piccola oasi senza tempo: “Era una piazza tanto bella, poi hanno demolito la chiesa, chiuso il bar, è diventato un brutto slargo ormai”, si lamenta Piero.
Il chiosco all’angolo di piazza San Jacopo nel tempo è diventato un punto di ritrovo, luogo di discussione di affezionati (“Il consiglio che do, a chi lavora con il pubblico come me, è di parlare poco di politica: con il calcio è tutto più facile”), ormai sempre più amici che “semplici” clienti.
Così forte il legame dell’edicola con la comunità che quando si è sparsa la notizia del ritiro di Piero gli aretini hanno condiviso sui social nostalgici ricordi e dimostrazioni di affetto.
“Quando chiusi con la scuola – scrive su Facebook un insegnante in pensione – dovevo pur ritrovare un punto di riferimento e scelsi l’edicola di Piero! Piero è la vestale dei giornalai, il Giove della carta stampata, che di tutti conosce gusti e preferenze e tira fuori il giornale preferito quando il cliente non è ancora entrato”.
“Piero è anche il segretario perfetto, memoria storica di eventi, circostanze e personaggi! Long life to Piero!”, conclude l’ode.
Ma il dolce ricordo dello storico giornalaio e della sua edicola non si ferma alle mura della città: “Piero è un punto di riferimento anche per me – risponde un altro utente – ogni volta che vengo ad Arezzo non posso fare a meno di andare a trovarlo. Una memoria storica della città e delle persone che l'hanno vissuta”
Punto di riferimento e di socialità, sin dai primi momenti dopo l’annuncio della cessione la paura condivisa è stata quella che l’edicola potesse chiudere definitivamente. E questa sembrava la sua sorte, se non fosse intervenuto un altro “eccellente” aretino, Patrizio Bertelli.
Il famoso imprenditore, marito di Miuccia Prada e presidente della casa di moda milanese, ha infatti stretto un accordo con Piero per rilevare la sua attività. Un sospiro di sollievo per l’intera comunità, spaventata che potesse trattarsi dell’ennesimo caso di chiusura, tristemente in linea con l’andamento degli ultimi tempi: se quindici anni fa le edicole in Italia erano circa 40mila, attualmente quelle aperte sono rimaste meno di 12mila.
Servirà comunque tempo per abituarsi a vedere ogni mattina un volto diverso, ma senza dubbio a partire da settembre saranno numerose le occasioni di incontrare Piero davanti al chiosco, solamente dal lato “sbagliato” del banco: “Sicuramente continuerò a prendere il giornale all’edicola – specifica Piero – Quello che viene venduto nei supermercati è un giornale senz’anima, lo danno come fossero caramelle, biscotti: così perde tutto. Al giornale serve il rapporto umano, altrimenti è una bischerata”.