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Omicidio di Pierina Paganelli a Rimini

Pierina Paganelli, spunta il passato militare di Louis Dassilva. La Procura “Capace di uccidere senza tracce”

L’addestramento militari ricevuto in Senegal da Louis Dassilva potrebbe aver contribuito a renderlo un assassino capace di uccidere senza lasciare tracce. È quanto sostengono gli inquirenti, il sostituto procuratore Daniele Paci e gli agenti della Squadra Mobile di Rimini, in una memoria che sarà valutata dal Tribunale del Riesame di Bologna.
A cura di Eleonora Panseri
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Pierina Paganelli e Louis Dassilva
Pierina Paganelli e Louis Dassilva
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A rendere Louis Dassilva un assassino capace di uccidere senza lasciare tracce potrebbe aver contribuito il suo passato da militare e miliziano in Senegal. È quanto sostengono gli inquirenti, il sostituto procuratore Daniele Paci e gli agenti della Squadra Mobile di Rimini, in una memoria che sarà valutata dal Tribunale del Riesame di Bologna.

Utilizzando le sue dichiarazioni e quelle della moglie, Valeria Bartolucci, la Procura ha tracciato in circa 200 pagine un profilo di Dassilva, oggi indagato e detenuto in carcere per l'omicidio di Pierina Paganelli, la 78enne uccisa con 29 coltellate il 3 ottobre del 2023 a Rimini.

Il 34enne senegalese in passato sarebbe stato prima militare, poi un miliziano per una società privata specializzata nella difesa delle personalità politiche. Nel suo passato ci sarebbero violenze e sevizie, anche molto gravi.

Dassilva avrebbe raccontato di essere arrivato con un barcone dalla Libia nel 2015, dopo essere partito un anno prima e aver attraversato il deserto del Niger. Per sopravvivere, avrebbe detto ancora agli inquirenti, sarebbe stato costretto ad affrontare e usare violenza sul altri esseri umani.

"Ci facevano combattere tra noi detenuti per scommessa", avrebbe spiegato agli inquirenti. In Libia sarebbe stato anche rinchiuso in carcere per un periodo, dal 16 luglio è invece detenuto ai Casetti di Rimini. Dassilva da mesi continua a dichiararsi innocente. 

Nella giornata di ieri, martedì 17 settembre, si è avvalso ancora una volta della facoltà di non rispondere durante un nuovo interrogatorio disposto dal sostituto procuratore.

L'avvocato Andrea Guidi, uno dei legali difensori del 34enne, ha spiegato così questa scelta: "Al momento il quadro probatorio non è completo e quindi vogliamo comprendere tutti quelli che sono gli elementi che la Procura sta vagliando. Riserviamo eventuali ulteriori adempimenti di questo genere quando contezza piena di quello che è il materiale probatorio che ha raccolto la Procura".

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