Pierina Paganelli, accertamenti tecnici sulla scena del crimine. Il generale Garofano: “Omicidio preparato”
I consulenti di Manuela Bianchi sono tornati oggi sulla scena dell'omicidio di Pierina Paganelli, la 78enne uccisa con 29 coltellate il 3 ottobre scorso nel garage di via del Ciclamino a Rimini, all'interno del condominio nel quale viveva.
A partire dalle ore 10.30 il criminalista e consulente di parte Davide Barzan, insieme all'avvocato Nunzia Barzan e al generale Luciano Garofano, a capo dei Ris di Parma per 14 anni, si si sono recati proprio in via del Ciclamino per accertamenti tecnici per "effettuare rilievi", ha spiegato a Fanpage.it Davide Barzan.
Manuela Bianchi, nuora della vittima perché sposata con il figlio Giuliano Saponi, è stata a lungo sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti subito dopo il delitto, quando emerse anche l'indiscrezione della sua relazione con Louis Dassilvia, che è stato iscritto qualche settimana fa nel registro degli indagati.
"È verosimile che via sia stato un pregiudizio dovuto all'emersione di questa frequentazione extraconiugale tra Manuela e Louis. Ribadiamo la totale estraneità ai fatti dei miei assistiti. Ricordiamo che Manuela è persona offesa, identificata dalla Procura come tale", ha spiegato Barzan e Fanpage.it.
Quello di Pierina Paganelli "è un omicidio che è stato preparato, ossia premeditato", ha detto il generale Garofano dopo il sopralluogo nei garage di via del Ciclamino. "Qui le vie di entrate e di uscita sono tra le le più abbondanti. Mi sembra un luogo dove si può entrare e uscire molto rapidamente senza essere intercettati o visti", ha aggiunto il generale. Quindi un posto dove poter programmare di uccidere qualcuno senza essere visti.
Nei giorni scorsi era stata convocata in Questura anche la figlia minorenne di Manuela Bianchi: la ragazza, che ha 17 anni, è stata sentita in audizione protetta per una nuova acquisizione di sommarie informazioni testimoniali, insieme ad un cugino. La minore, la sera in cui la nonna è stata uccisa, sarebbe stata nella sua casa, sempre in via del Ciclamino, insieme alla mamma e allo zio. È quanto aveva già raccontato in precedenza agli inquirenti, che le avevano anche sequestrato il cellulare per poter verificare gli agganci alla rete Wifi.