Pierina Paganelli, non c’è il Dna di Dassilva sulla scena del crimine, avvocati chiedono scarcerazione
Non c'è il Dna di Louis Dassilva sulla scena del crimine di via del Ciclamino a Rimini, dove è stata uccisa Pierina Paganelli: si conclude così l'accertamento irripetibile sul materiale biologico isolato sui reperti della Scientifica. Si sono confrontati oggi, infatti, i periti sui risultati delle analisi svolte in incidente probatorio sulle tracce biologiche e sulle immagini della Cam3.
Dassilva si è presentato in aula ed è apparso "concentrato ma tranquillo". Il primo dei tre incidenti probatori ha evidenziato infatti proprio l'assenza di tracce di Dna di Dassilva sulla scena del delitto ed è ora ripreso quello sulla Cam3, la telecamera della farmacia di via del Ciclamino.
Gli avvocati di Dassilva avevano già reso noto un aspetto preliminare delle analisi, ossia che l'uomo ripreso dalla telecamera non fosse il 34enne accusato del delitto. Sotto l'occhio elettronico ha sfilato anche un vicino di casa, Emanuele Neri, del tutto estraneo alla vicenda giudiziaria.
Il collegio peritale, stando a quanto conferma a Fanpage.it l'avvocato Riario Fabbri che assiste Dassilva, ha confermato che l‘altezza del 34enne è incompatibile con quella dell'uomo ripreso dalla Cam3. Il giudice ha inoltre assegnato un termine fino al 28 aprile per approfondire l'aspetto relativo al colore della pelle della persona ripresa dalla telecamera.
Per quanto riguarda i cellulari, invece, il perito del gip sostiene che il famoso file system delle 22.16 è generato automaticamente. La difesa ha 15 giorni di tempo per controbattere su quest'aspetto. Gli avvocati di Dassilva hanno presentato istanza di scarcerazione e lunedì vi sarà l'interrogatorio per il 34enne in seguito a questa richiesta.
In aula erano presenti anche gli avvocati Marco e Monica Lunedei, che difendono i figli della 78enne, l'avvocato Nunzia Barzan e il consulente Davide Barzan che invece assistono Manuela Bianchi.
