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Omicidio di Pierina Paganelli a Rimini

Pierina Paganelli, la nuora Manuela Bianchi a Fanpage: “Vorrei tornare al 3 ottobre e non farla uscire”

La nuora di Pierina Paganelli racconta a Fanpage.it quarant’anni trascorsi accanto alla 78enne uccisa un anno fa a Rimini: “Se potessi esprimere un desiderio sarebbe quello di ritornare a quella maledetta sera del 3 ottobre. E farei di tutto, legandola addirittura, la costringerei a stare a casa e non la farei uscire”.
A cura di Chiara Daffini
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Da sinistra: Manuela Bianchi e Pierina Paganelli.
Da sinistra: Manuela Bianchi e Pierina Paganelli.
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È passato un anno da quando, la mattina del 4 ottobre 2023, il corpo della 78enne di Rimini, Pierina Paganelli, è stato ritrovato senza vita nei sotterranei del comprensorio di via del Ciclamino, dove l'anziana viveva in un appartamento accanto a quello del figlio Giuliano Saponi e della nuora Manuela Bianchi.

Pierina Paganelli è stata uccisa a coltellate e l'unico indagato è per ora il 34enne Louis Dassilva, che dal 16 luglio si trova in carcere con l'accusa di omicidio. Secondo gli inquirenti, l'uomo avrebbe agito per difendere la sua relazione con Manuela Bianchi, scoperta dalla vittima. Ed è proprio la nuora della 78enne a ricordare Pierina raccontando a Fanpage.it i tanti anni trascorsi insieme: "Chi mi conosce bene – dice Bianchi – mi ha sentito dire più di una volta che se non avessi sposato mio marito perché lo amavo, l'avrei sposato per la mamma che aveva ed era vero".

Manuela, è trascorso un anno dall’uccisione di sua suocera Pierina Paganelli, qual è il ricordo più vivido che ha di lei?

È trascorso un anno, sembra impossibile. Io ancora oggi aspetto che torni, come se dovesse rincasare da un viaggio, e sto ancora aspettandola. Purtroppo ormai ho capito, anche se non metabolizzato completamente, che non tornerà più.

Ho tantissimi ricordi di lei: fin da ragazzina sono entrata in questa famiglia e non avendo una madre ho fatto di lei un punto di riferimento. Chi mi conosce bene mi ha sentito dire più di una volta che se non avessi sposato mio marito perché lo amavo, l'avrei sposato per la mamma che aveva ed era vero, erano parole che mi venivano dal cuore.

Ricordo con molta emozione il primo regalo che mi fece: era un bellissimo orologio da polso e in quell'occasione presi la mia prima redarguita da nuora, anche se ancora non lo ero, perché ero andata a cercare un regalo per il mio ragazzo Giuliano: non eravamo ancora fidanzati, ma io avevo puntato già una bella fedina. E invece lei mi disse ‘No, questa no, è troppo presto'. In effetti eravamo dei ragazzini e un anello aveva un significato importante, per cui non mi permise di comprarlo e mi ripiegai su un ferma cravatta.

Poi, un'altra volta la accompagnai a fare degli acquisti d'abbigliamento per lei e vidi una giacca nera, la giacca dei miei sogni. Venendo da una famiglia modesta, mi vennero le lacrime agli occhi solamente a provarla. Poi quando Piera mi disse che se volevo era mia, lì fu la fine: piansi di gioia e di riconoscenza e veramente quel ricordo mi rimarrà per sempre.

Ricordo anche che nonostante cucinassi fin da piccola, mia madre non aveva fatto in tempo ad insegnarmi molte cose, perciò facevo la sfoglia per le tagliatelle piena di buchi e lei mi insegnò come fare, che non dovevo spingere tutto a polso come facevo io, ma che la sfoglia andava arrotolata e tirata e per poi farle fare ‘lo schiocco'. E da quando lei mi ha insegnato la mia sfoglia è perfetta. Mi ha insegnato anche a fare un ragù buonissimo e il suo brasato squisito. Sono ancora nella mia mente le nostre lunghe chiacchierate: mio marito mi veniva a cercare dal nostro appartamento e mi diceva ‘Ma sei via da ora? Ma cos'avete da dirvi?'.

Che donna era Pierina Paganelli?

Mia suocera amava circondarsi delle sue amiche e il cerchio delle sue amicizie non era chiuso, ma aperto continuamente a nuove persone. Giocava a carte in casa, faceva cene con gli amici, portando ognuno qualcosa e mia figlia ogni volta che sapeva che c'erano questi incontri si intrufolava per farsi invitare. Pierina era una donna solare, amava cantare e ha insegnato tante canzoni romagnole dei suoi tempi a mia figlia.

Ci tengo a dire che mia suocera aveva una fede incrollabile. La sua fede era una delle cose più importanti e da tanti anni era una testimone di Geova zelante, faceva parte di una congregazione dove tutti le volevano tanto bene. Negli ultimi anni Lilli, la sua gattina, era diventata la sua compagna di vita. Era una gattina che avevo salvato dalla strada e alla quale poi lei si era così affezionata che l'aveva tenuta con sé. Giocava tantissimo con Lilli e lei le rispondeva e contraccambiava l'affetto di mia suocera.

A mia suocera piaceva tenere la casa sempre illuminata, le tende bene aperte, le tapparelle tutte su e con vista sui suoi bellissimi fiori – d'estate i gerani e d'inverno i ciclamini -, che curava con tanto amore. Infatti io e mia figlia ne abbiamo portato uno davanti alla sua porta in questi giorni dell'anniversario. I nipoti e i figli erano il suo grande amore. Stravedeva per ognuno di loro e loro per lei.

Come si è evoluto il vostro rapporto nel tempo?

Forse potrete dire come mai solo belle parole, visto che il nostro rapporto era in crisi ultimamente. Voglio rispondere dicendo che le persone sono imperfette e ognuna ha dei lati del carattere belli o meno. Il nostro rapporto si è raffreddato in seguito alla mia separazione da Giuliano, ma non è possibile dimenticare i quarant'anni con lei, quarant'anni nella sua famiglia, quarant'anni in cui lei, i suoi figli, i suoi fratelli, le sue sorelle, i suoi nipoti sono stati la mia famiglia.

Una famiglia che ho amato in un modo indescrivibile e se potessi esprimere un desiderio, uno solo, sarebbe quello di ritornare a quella maledetta sera del 3 ottobre. E farei di tutto, legandola addirittura, la costringerei a stare a casa e non la farei uscire.

Come sta vivendo questi giorni?

Questi giorni li sto vivendo veramente male. I ricordi si ammassano continuamente nella mia mente: la sogno tantissimo, ho sognato molto più lei che mia mamma nel corso del tempo. E quando la sogno tutte le volte in qualche modo riesco a farla tornare. È un periodo pazzesco, il più duro della mia vita, sia a me che a mia figlia Pierina manca tantissimo.

Intanto lunedì 30 settembre si è tenuto a Rimini l'incidente probatorio sui dispositivi elettronici sequestrati a Louis Dassilva, passando al setaccio chat, video e foto ma non spostamenti, secondo quanto deciso dal Gip. Si è partiti da cinque mesi prima del delitto, così da prendere in esame anche il periodo del misterioso incidente in cui è rimasto coinvolto il figlio della donna, Giuliano Saponi.

A commentare quest'ultima tappa Davide Barzan, criminalista e consulente di parte, che assiste Manuela e il fratello Loris Banchi insieme all'avvocata Nunzia Barzan e al consulente tecnico generale Luciano Garofano: "Ribadiamo la nostra totale fiducia negli organi inquirenti e ringraziamo la procura di Rimini per le accurate e minuziose indagini. Rimaniamo in attesa fiduciosi degli accertamenti irripetibili sul dna e sui dispositivi informatici in uso a Dassilva".

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