Pierina Paganelli, la difesa di Manuela Bianchi insiste: “Fare test Dna massivi per trovare il killer”
Davide Barzan, consulente dello studio legale che assiste Manuela Bianchi, nuora di Pierina Paganelli e una delle principali sospettate dell'omicidio della donna – commesso a Rimini la sera del 3 ottobre con 29 coltellate – insiste: è opportuno allargare il campo nelle ricerche dell'assassino, anche se per farlo dovesse rivelarsi necessario sottoporre a test del Dna centinaia di persone, ovvero quelle che vivevano o frequentavano il comprensorio di via del Ciclamino all'epoca dei fatti: "È cruciale esaminare tutte le opzioni disponibili per individuare il killer", ha detto Barzan a Fanpage.it.
Dopo sette mesi di indagine, ha aggiunto il consulente, "se emergono altre piste o sospettati, è del tutto logico allargare le ricerche oltre i soggetti inizialmente individuati dopo il delitto. Vorrei ricordare a tutti la presenza di un quinto uomo che risulta dai video girati dalle telecamere della farmacia. Questo approccio non mette in discussione la fiducia negli inquirenti, al contrario, dimostra un impegno continuo e leale nel risolvere il caso. Una raccolta di campioni più ampia (Dna massivo) potrebbe essere un metodo efficace, se praticabile, per identificare l'assassino di Pierina e fare giustizia. Ed è ovvio che tale attività spetta soltanto agli organi inquirenti; in questa fase è ben possibile presentare memorie ex art 121 cpp (che sono previste in qualsiasi fase e grado e procedimento) e quindi anche nella fase endoprocedimentale… che è quella di cui ci stiamo occupando". Secondo Barzan dunque gli inquirenti avrebbero la facoltà di raccogliere centinaia di campioni genetici, analizzarli e verificare se tra questi vi fossero altri possibili sospettati.
Le considerazioni del consulente di Manuela Bianchi arrivano in risposta alle dichiarazioni – anche queste rilasciate a Fanpage.it – dell'avvocata Monica Lunedei, che tutela i figli di Pierina Paganelli. Commentando proprio la proposta della controparte di prelevare campioni di Dna a tappeto su tutti i 500 residenti del comprensorio di via del Ciclamino, dove viveva la vittima, Lunadei aveva detto: "Non ne vediamo l'utilità, onestamente. Non ci sembra il suggerimento che ci consegnerà l'assassino". Secondo l'avvocata, inoltre, se gli inquirenti avessero riscontrato nel corso delle indagini questa necessità l'avrebbero probabilmente già fatto.
Il mazzo di fiori e i bigliettini inviati a Pierina Paganelli prima dell'omicidio
Nel frattempo sempre Barzan ha segnalato in una memoria difensiva che Pierina Paganelli negli ultimi tempi aveva ricevuto un mazzo di fiori e alcuni bigliettini con messaggi di complimenti. "Grazie alle indagini che abbiamo svolto – ha spiegato il consulente al Resto del Carlino – abbiamo scoperto un fatto del quale non eravamo a conoscenza, ossia che Pierina ha ricevuto un mazzo di fiori e dei bigliettini da parte di una persona rimasta fino ad oggi anonima. I primi messaggi sono iniziati ad arrivare all’incirca due anni fa. Crediamo che sia una circostanza che meriti l’attenzione degli inquirenti, anche perché da tempo continuiamo a chiedere che le indagini vengano allargate non soffermandosi esclusivamente su quelli che fino ad oggi sono i quattro principali sospettati".