Pierina Paganelli, Dassilva in carcere. La legale dei figli: “Sollevati. L’inchiesta? Possibili colpi di scena”
Louis Dassilva resterà in carcere: così ha deciso il Tribunale del Riesame di Bologna che era stato chiamato ad esprimersi sulla custodia cautelare del 34enne indagato per l'omicidio di Pierina Paganelli, la 78enne trovata morta nello stabile di via del Ciclamino a Rimini. L'avvocata che si occupa della difesa della famiglia della vittima, Monica Lunedei, ha espresso soddisfazione per quanto deciso dal Riesame.
"Il pronunciamento non era inatteso – ha rivelato a Fanpage.it -. Avevamo avuto un'ampia visione del quadro accusatorio, gli indizi sono gravi e precisi".
Avvocata, ha sentito la famiglia Paganelli? Come ha preso la decisione del Riesame?
La famiglia è ovviamente sollevata, perché il quadro delle indagini aveva fatto emergere diverse preoccupazioni sulla pericolosità di Dassilva e sul rischio che avrebbe comportato riaverlo nello stabile di via del Ciclamino. La decisione non era inattesa: l'indagine, anche se ancora in corso, ha fornito indizi gravi e precisi. L'impianto accusatorio è molto solido. Non è stata una sorpresa dal lato giuridico. Durante l'udienza del Riesame sono stati poi aggiunti elementi nuovi che saranno oggetto di analisi e sicuramente determinanti.
Secondo lei l'indagine non è finita qui, intende dire che ci saranno nuovi sviluppi?
Sì, l'udienza del Riesame ci ha dato ulteriore conferma: c'erano elementi di estrema rilevanza non noti ai coinvolti ma in possesso della Procura. La complicazione del quadro dell'inchiesta offre anche ampio spazio di collaborazione con la giustizia per l'indagato.
È possibile che Dassilva collabori?
Non lo escludiamo, sicuramente la famiglia se lo augura. Sarebbe auspicabile cercare di apprendere di più da chi acquista consapevolezza della propria posizione.
Cosa vi aspettate invece dagli accertamenti irripetibili sui reperti biologici?
Non c'è grande aspettativa su questi esiti, la Procura è convinta che il killer abbia agito con indumenti protettivi appositi per non lasciare traccia come occhiali protettivi e capi per oscurare il volto. C'è però tutta la questione della maglietta da lavoro e degli occhiali ora sequestrati. Se usciranno ulteriori conferme da questi accertamenti, andranno a corroborare un piano accusatorio già di tutto rispetto.
Per ora quindi la prova regina resta quella del video?
Esatto, ma abbiamo il particolare della t-shirt da lavoro della quale abbiamo appreso all'udienza di Riesame. Questa maglietta metterebbe in relazione l'indagato all'ignoto ripreso dalla Cam 3 della farmacia. Attendiamo gli sviluppi, ma al momento siamo davanti ad un fascicolo quasi inattaccabile.