Piergiorgio Odifreddi: “Papa Francesco faccia un gesto di umiltà e si dimetta”
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Il ricovero di Papa Francesco al Policlinico Gemelli di Roma per un'infezione polimicrobica delle vie respiratorie ha riaperto il dibattito sulla possibilità che Bergoglio possa rassegnare le dimissioni come fece, nel febbraio 2013, il suo predecessore Benedetto XVI. Le condizioni di salute del Santo Padre infatti non sono delle migliori: gli esami hanno evidenziato un quadro clinico complesso che richiederà una degenza ospedaliera adeguata, probabilmente non breve. Per questo da più parti si è tornati a parlare dell'ipotesi di un suo "passo indietro", scenario che d'altro canto lo stesso Santo Padre aveva evocato esplicitamente nel libro autobiografico "Life. La mia storia nella Storia", scritto lo scorso anno con il vaticanista Fabio Marchese Ragona.
Francesco aveva definito quella delle dimissioni "un'ipotesi lontana", a meno che non subentrasse "un grave impedimento fisico", possibilità al quale darebbe risposta una "lettera di rinuncia" già depositata in Segreteria di Stato firmata da Bergoglio all’inizio del pontificato. Una eventualità fino a pochi giorni fa remota, che però è tornata a riaffacciarsi dopo il ricovero al Gemelli. Ne è convinto anche il professor Piergiorgio Odifreddi, studioso di matematica e docente di Logica, ma anche ateo convinto e presidente onorario dell'UAAR (Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti), che con Benedetto XVI ha pubblicato due libri a doppia firma e che per anni ha avuto un fitto scambio di lettere e numerosi incontri con Ratzinger: un non-credente, dunque, che ha a lungo frequentato il Vaticano e ne conosce meglio di molti altri i segreti.
![Piergiorgio Odifreddi e Benedetto XVI](https://staticfanpage.akamaized.net/wp-content/uploads/2023/01/Odifreddi-papa.jpg)
Le condizioni di salute di Papa Francesco sembrano essere piuttosto preoccupanti. Crede che il Pontefice potrebbe decidere di rassegnare le dimissioni, qualora la situazione non dovesse migliorare in modo significativo?
Beh, lui ha detto chiaramente che questa possibilità esiste, e d'altra parte è stato già fatto prima non solo con Ratzinger. Lo stesso Bergoglio in una delle sue ultime biografie ha raccontato di aver firmato la rinuncia al pontificato in caso di incapacità – diciamo così – di intendere e volere. Ma questo è ovvio, l'hanno sempre fatto tutti e d'altro canto sarebbe ridicolo pensare che se a un Papa viene un "coccolone" bisognerebbe tenerselo lì, finché non muore, senza poter fare nulla. No, Papa Francesco ha esplicitamente evocato anche le dimissioni dicendo addirittura che in tal caso si sarebbe trasferito a Santa Maria Maggiore, non si sarebbe fatto chiamare "Papa emerito" e si sarebbe limitato a fare il "Vescovo di Roma emerito". Ecco, penso che Bergoglio abbia le idee un po' confuse, visto che il Papa è per forza di cose anche Vescovo di Roma e che le due funzioni sono assolutamente inscindibili.
Insomma, l'ipotesi delle dimissioni secondo lei è sul tavolo.
Certo. Bergoglio ha 88 anni, da mesi fatica a parlare e a camminare e credo sia piuttosto malmesso. Fare il Papa, oggi, è molto faticoso, molto più che nei secoli scorsi: si viaggia molto, si hanno grandi responsabilità politiche, si ha un'enorme esposizione mediatica. Credo che sarebbe un segno di modernità per il Vaticano introdurre un limite di età per il pontificato, ad esempio di 80 anni, oltre cui si dovrebbe essere obbligati a fare un passo indietro. Però per accettare di dimettersi servirebbe un pizzico di umiltà, dote che notoriamente non appartiene ai Papi, neppure a Francesco. Anzi, le posso raccontare un piccolo aneddoto?
Certo, certo.
Un giorno andai a trovare Benedetto XVI. Lo trovai seduto su una sedia a rotelle, piuttosto malandato dopo essere caduto ed essersi infortunato. Gli domandai come stesse e lui mi rispose: "Sa', noi anziani a volte siamo superbi, non vogliamo ammettere di essere vecchi, e continuiamo a comportarci come se non lo fossimo, fino a fare guai. Ma la superbia è un peccato…". D'altro canto fino ad allora era prevalsa, grazie a Giovanni Paolo II, l'idea che fare il Papa fosse come portare una croce, che si dovesse farlo nonostante la malattia, anzi mostrando le proprie sofferenze al mondo intero. Per fortuna Ratzinger ha rotto questa tradizione. E d'altro canto i bene informati sanno che gli ultimi anni del papato di Wojtyła furono una tragedia. Lui non era più in grado di governare la Chiesa e i suoi sottoposti avevano di fatto preso il potere in una sorta di "golpe" segreto tra le mura vaticane. Un disastro. Poi ci mancherebbe, facciano come vogliano, sono affari loro. Ma non mi sembra un bel modo per finire un pontificato.
![Vaticano - Papa Francesco lascia la messa per il giubileo delle forze armate il 9 febbraio scorso](https://staticfanpage.akamaized.net/wp-content/uploads/2025/02/23109712_large.jpg)
Insomma, quando si arriva a una certa età e la salute è compromessa secondo lei bisognerebbe avere l'umiltà di fare un passo indietro.
Sì. Non mi sembra niente di strano. In fondo negli Stati Uniti si è dibattuto a lungo sulla capacità di Joe Biden di fare un altro mandato da presidente a 82 anni. Si è detto che a una certa età si è troppo vecchi per comandare. Ebbene, Papa Francesco ha 88 anni. Dovrebbe avere l'umiltà di farsi da parte. Ma chiedere a un Papa di essere umile è francamente un controsenso…
Lei sembra augurarsi le dimissioni di Francesco nonostante la complessità del periodo storico che stiamo attraversando, con le guerre a Gaza e in Ucraina, un personaggio come Trump alla Casa Bianca e un vento che anche in Europa spira decisamente a destra. In questo contesto il Papa appare a molti come un argine al razzismo e alla guerra…
Sì, in ambito politico alcune sue posizioni sono condivisibili, ad esempio quando dichiarò che la Nato aveva a lungo "abbaiato alle porte della Russia", o per aver solidarizzato con i palestinesi di Gaza. Queste sue idee sono oggettivamente molto interessanti e credo siano dovute anche al fatto che – essendo sudamericano – è estremamente critico verso gli Stati Uniti, che in America latina e centrale hanno sostenuto i peggiori dittatori. Anche in Argentina. Va però detto che anche la destra ha applaudito il Papa, ad esempio per le sue posizioni molto intransigenti sull'aborto. La verità, ad ogni modo, è che tutto questo non ha molto a che fare col pontificato; secondo alcuni esperti infatti la gestione della Curia di Francesco sarebbe stata disastrosa e avrebbe provocato molte discussioni soprattutto con i vescovi tedeschi, che sarebbero arrivati a un passo da uno scisma vero e proprio, cioè a separarsi dalla Chiesa. D'altronde è abbastanza evidente che Bergoglio sia anche una persona irascibile e vendicativa. Ne sa qualcosa il povero padre Georg Gänswein.
Crede che in Vaticano ci sia qualcuno che si augura le dimissioni di Francesco? E pensa che sia in atto in questi mesi una guerra di potere?
Questo è poco ma sicuro. Il Vaticano è un covo di vipere, come ogni grande organizzazione di potere. E d'altro canto anche Francesco qualche anno fa, durante un ricovero, disse esplicitamente che qualcuno si augurava la sua morte. È ovvio che sia così, sono in molti a voler prendere il suo posto. D'altra parte, però, c'è anche un'altra bella fetta che invece spera che lui rimanga, perché anche Bergoglio, come ogni suo predecessore, ha creato un sistema di potere distribuendo incarichi prestigiosi tra amici e persone fidate. Nel momento in cui morisse o si dimettesse, ovviamente, tutti quei posti tornerebbero vacanti. Meglio dunque che rimanga a fare il Papa, anche malconcio.
Bergoglio ha preparato la sua successione? Chi crede possa essere il prossimo Papa?
Si fa un gran parlare di questo filippino, Luis Antonio Gokim Tagle, che pare sia molto amico di Francesco; ma si sa, chi entra Papa in Conclave ne esce sempre cardinale. La verità è che non possiamo conoscere la manovre che si stanno facendo, anche in queste ore, e che il conclave è pieno zeppo di segreti indicibili. Chissà, ad esempio, cosa accadde nel 2013… l'elezione di Bergoglio stupì molto il Papa emerito Benedetto XVI, visto che i due erano stati "rivali" nel 2005 e visto soprattutto che Ratzinger aveva preparato accuratamente la sua successione puntando tutto su Angelo Scola. Tuttavia, qualcosa andò storto: i cardinali italiani non riuscirono a compattarsi intorno alla sua figura e, alla terza votazione, Scola non ottenne i voti necessari. Si racconta che, dopo la sorpresa dell’elezione di Jorge Bergoglio, l'allora arcivescovo di Milano (da dove erano addirittura partiti pullman pieni di fedeli) abbia avuto un malore, ritardando l’apparizione del nuovo Papa al balcone. Tuttavia, la verità su quei momenti potrebbe non essere mai conosciuta del tutto.