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“Picchiata dal compagno per aver comprato del cioccolato: ho salvato mia madre denunciandolo”

Dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin, 105esima donna uccisa nel 2023, Fanpage.it apre uno spazio per le lettrici e i lettori per condividere le loro testimonianze. Se sei vittima di stalking o violenza chiama il numero 1522 – gratuito e attivo 24h su 24h.
A cura di Redazione
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Giulia Cecchettin è la 105esima donna uccisa nel 2023. La 82esima in ambito familiare. Un dramma in seguito al quale la famiglia di Giulia, col papà Gino e la sorella Elena, hanno chiesto di “far nascere qualcosa perché non accada più”, di “fare rumore” e di denunciare, sempre.

Se avete voglia di condividere le vostre testimonianze, Fanpage.it è aperto a voi. Scriveteci a segnalazioni@fanpage.it o cliccando qui. Se sei vittima di stalking o violenza chiama il numero 1522 – gratuito e attivo 24h su 24h.

Pubblichiamo di seguito una delle testimonianze arrivate alla nostra redazione, è un uomo che ha deciso di parlare e raccontare quanto accaduto a lui e a sua mamma.

La lettera a Fanpage.it

Spesso ci si chiede perché le donne non lascino gli uomini violenti che hanno accanto, perché non si accorgano prima di determinate "red flags". Ebbene, vorrei raccontarvi la storia di mia madre, cercando di dare una risposta a queste domande.

Mia madre è rimasta vedova molto giovane e io ero piccolo quando mio padre è morto. Lui era un uomo meraviglioso e speravo con tutto il cuore che mia madre ritrovasse la felicità. Questo mio desiderio sembrava essersi avverato quando, dopo qualche anno, incontrò un uomo gentile, divertente e premuroso. Venne a vivere da noi e i primi 3-4 anni furono tranquilli, senza particolari problemi, così decisero di sposarsi.

Da dopo il matrimonio, lui si è trasformato in un mostro violento, mia madre era stata annullata come persona. Lui era furbo, non la picchiava mai davanti a me e mia madre, per non farmi soffrire, non mi raccontò mai nulla finché non cominciai a vedere i lividi e non cominciò ad essere aggressivo anche in mia presenza.

La prima volta che le tirò un pugno davanti a me fu perché mia madre lo riprese dopo una cena, durante la quale lui iniziò a urlare e a umiliarla in pubblico solo perché lei non concordava con una sua affermazione. La picchiava per i motivi più futili: una volta mia madre gli chiese di preparare la cena (siccome lui finiva di lavorare nel pomeriggio e mia madre di sera), lui di tutta risposta disse che non era suo compito, "erano cose da femmina" e alla sera ci fu una lite, sfociata in violenza; la picchiò quando osò comprarsi della cioccolata perché "non aveva pensato a lui"; le mise il coltello alla gola perché mia madre osò ribellarsi alle sue violenze.

Ogni volta che mia madre provava a lasciarlo, lui minacciava di suicidarsi e non rispondeva al telefono per ore, quindi mia madre posticipava sempre. Un giorno divenne particolarmente violento e chiamai i carabinieri, pensavo non sarebbe servito a molto invece quella chiamata ha cambiato le nostre vite.

Lui venne portato in caserma e da lì scoprimmo che aveva una lunga lista di precedenti, soprattutto per violenza domestica. Il giorno dopo cambiammo la serratura della porta e questo ha salvato la vita a mia madre perché lui (ancora aveva le chiavi) si presentò sotto casa con l'intento di farle del male un'ultima volta.

Non immaginate quante volte avrei voluto ucciderlo mentre dormiva, non mi sarebbe importato andare in prigione, volevo solo che mia madre fosse libera. Ad oggi, mia madre risente ancora dell'inferno che ha passato e non dorme bene, ha gli incubi, sta ancora metabolizzando tutto ciò che ha subito, a cominciare dalle numerose violenze sessuali, che io ho scoperto solo di recente.

Mi fa male raccontare tutto ciò, perché sono esperienze traumatizzanti, ma è importante perché voglio che le persone comincino a vedere la realtà per ciò che è. C'è un problema di fondo nella nostra società e finché non lo riconosceremo, non potrà cambiare mai nulla.

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