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Picchia la moglie perché si rifiuta di portare il velo: indagato per maltrattamenti e violenza sessuale

La Procura di Rimini ha chiesto il rinvio a giudizio per un uomo di 56 anni, accusato di violenza sessuale, lesioni e maltrattamenti per aver picchiato la moglie che si rifiutava di indossare il velo islamico. I fatti sono avvenuti a Novafeltria. Le indagini dei carabinieri hanno accertato i comportamenti aggressivi del 56enne.
A cura di Eleonora Panseri
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Un uomo di 56 anni di nazionalità marocchina è accusato di aver picchiato la moglie per essersi rifiutava di indossare il velo islamico. La Procura di Rimini, che ha indagato il 56enne per violenza sessuale, lesioni e maltrattamenti in famiglia, ne ha chiesto il rinvio a giudizio. I fatti sono avvenuti a Novafeltria, in provincia di Rimini.

Le indagini dei carabinieri, coordinate dal sostituto procuratore Luca Bertuzzi, erano partite da un segnalazione del pronto soccorso, dove la donna, connazionale di 12 anni più giovane dell'indagato, era arrivata con una ferita sospetta alla mano, riferiscono i quotidiani locali.

A seguito di attente verifiche, sarebbero emersi una serie di comportamenti aggressivi messi in atto dal 56enne nei confronti della moglie. Sembra che in diverse occasioni lui l'abbia anche minacciata con un coltello per costringerla a subire abusi sessuali. E se la donna usciva senza indossare il velo, l'uomo la intimoriva ulteriormente, accusandola di non rispettare le usanze marocchine.

Pare inoltre che lei avesse tentato di ribellarsi diverse volte in passato, ma che poi, a causa anche del terrorismo psicologico messo in atto dal 56enne, avrebbe continuato a subire le sue violenze. Secondo quanto è stato ricostruito, ci sarebbe stato anche un lungo periodo di separazione tra i due. La moglie però aveva fatto tornare il marito nella loro casa in Valmarecchia per il bene delle figlie.

Il 9 luglio scorso, durante una lite, lui l'avrebbe spinta contro un muro e schiaffeggiata, tanto da costringerla a rivolgersi al pronto soccorso. Qui i medici l'avevano medicata in stato di choc e, notando la mano ferita, l'avrebbero dimessa con una prognosi di 10 giorni. Temendo che l’uomo potesse ucciderla, e a seguito della segnalazione fatta dal personale ospedaliero, la donna ha infine deciso di denunciare il marito ai carabinieri.

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