video suggerito
video suggerito
Opinioni

Piazza della Loggia e il senso delle parole, 38 anni dopo

Trentotto anni e nessun colpevole. Otto famiglie distrutte e nessun colpevole. Piazza della Loggia resta una ferita aperta nel cuore del Belpaese, ora più che mai…
53 CONDIVISIONI
Piazza-della-loggia

Sono stati versati fiumi di inchiostro su quel 28 maggio 1974, su quella pagina nera della storia del nostro Paese che risponde al nome di piazza della Loggia. Parole che non sono riuscite a rimarginare una ferita profonda, nelle coscienze di tanti italiani, ma soprattutto in quelle famiglie distrutte dalla rabbia degli assassini e poi umiliate da uno Stato incapace di dare un volto a tanta ferocia. Un lento, interminabile stillicidio di mezze verità, ritardi, compromessi, incongruenze, lacune; un processo infinito, una sentenza di appello che lascia l'amaro in bocca. Non perché gli imputati debbano essere per forza di cose colpevoli. Non perché abbiamo disperatamente bisogno di un capro espiatorio, di un modo per caricare "il male di ideologia" (e pure ci sarebbe da discutere a lungo…). Ma perché un Paese civile non dovrebbe permettere che la politica abbia la meglio sulla giustizia, che le responsabilità vengano occultate in nome di chissà quale ragion di stato, che la verità diventi un concetto violentato, stuprato ed offeso.

"Il corso della giustizia deve, pur nei limiti in cui è rimasto possibile, continuare con ogni scrupolo e, nel contempo va però fin da ora messo in luce quanto è emerso sulla matrice di estrema destra neofascista e sugli ostacoli che una parte degli apparati dello Stato frappose alla ricerca della verità". Ed è proprio dalle ultime parole di Giorgio Napolitano che bisognerebbe ripartire, consci di avere una enorme responsabilità verso le vittime, verso l'intera comunità ferita e stravolta in piazza della Loggia. A maggior ragione in un momento del genere, con un clima avvelenato da sospetti, tensioni e conflitti che, non suoni come un assurdo, rimanda proprio a quegli anni, a scene già viste, ad un copione già tristemente noto. Non abbassare la guardia è un nostro dovere. Opporci alla mistificazione dei concetti di verità e giustizia è un obbligo morale che investe ognuno di noi. E' un atto di coraggio e resistenza civile, oggi come allora.

53 CONDIVISIONI
Immagine
A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views