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Pfas nell’acqua potabile, l’analisi di Altroconsumo in 34 città italiane: cosa emerge dall’indagine

L’associazione dei consumatori indipendente ha raccolto e prelevato campioni d’acqua in 38 fontanelle, uno per ogni comune, eccetto Milano, Roma, Napoli e Torino con due rilevazioni.
A cura di Giovanni Turi
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L'indagine di Altroconsumo sull'acqua di 38 fontanelle in 34 città italiane
L'indagine di Altroconsumo sull'acqua di 38 fontanelle in 34 città italiane

La presenza di Pfas nelle acque potabili è ancora un tema caldo. Da anni queste sostanze chimiche a base di carbonio e fluoro che derivano dal settore industriale non lasciano indifferenti. Anche perché alcune rilevazioni indipendenti di Greenpeace Italia hanno monitorato contaminazioni e sforamenti dei livelli in molti luoghi italiani – dal Lodigiano al Veneto, fino alla Toscana -, dando il via a botte e risposte tra l'ong e vari gestori degli acquedotti.

L'indagine di Altroconsumo smorza, almeno in parte, le tensioni. I risultati hanno il sapore di rassicurazione: dopo aver raccolto e analizzato campioni di 38 fontanelle pubbliche in 34 città italiane diverse (una per città, eccetto per Milano, Roma, Napoli e Torino, dove sono stati fatti due prelievi), non sono state rilevate tracce di Pfas.

L'indagine

Un monitoraggio nel segno dei limiti di legge per le acque potabili, ovvero il decreto legge n.18 del 23 febbraio 2023 che attua la direttiva Ue 2020/2184. Di fronte ai timori della cittadinanza, l'associazione indipendente dei consumatori ha raccolto i campioni tra il 16 giugno e il 4 luglio 2024. Le analisi in laboratorio hanno cercato 30 sostanze perfluoroalchiliche in ogni campione.

Risposta: assenza di Pfas nelle acque potabili delle 21 città del Nord (da Bologna in su) e le 13 del Centro e Sud Italia. E Altroconsumo non solo sottolinea il rispetto dei limiti legali, ma anche la mancanza di quantità minime che si possono rilevare con gli strumenti di analisi, che equivalgono a 5 nanogrammi per litro.

Cosa sono i Pfas

I Pfas, ossia le sostanze alchiliche perfluorurate e polifluorurate, sono una famiglia di composti chimici inquinanti onnipresenti sfruttati da varie tipologie di industrie. Se ne fa ampio uso nella produzione, per esempio, di rivestimenti per contenitori alimentari, padelle antiaderenti e schiume antincendio.

Sono considerati "inquinanti eterni" per la loro resistenza a non degradarsi una volta dispersi nell'ambiente o nel corpo umano. Secondo diverse ricerche scientifiche, i Pfas possono provocare diversi rischi per la salute. In una ricerca del 2023, per dire, è stato osservata un'associazione tra livelli elevati delle sostanze nel sangue e alcune tipologie di cancro nelle donne.

La nuova legge sull'acqua potabile

Stando alla legge italiana, i Pfas possono essere prodotti e usati in industria. Dal 6 marzo 2023 è stato introdotto un aggiornamento dei parametri di sicurezza delle acque potabili, in attuazione della direttive europea 2020/2184. È previsto un limite di 100 nanogrammi per litro per la presenza di 24 delle sostanze chimiche in elenco (che si è ingrandito). E un altro di 500 nanogrammi per litro per l'intera somma di Pfas. La normativa, tuttavia, entrerà in vigore solo nel 2026.

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