Petroliera Ievoli: nessun contatto con l’equipaggio dopo il sequestro
La motonave “Enrico Ievoli”, sequestrata al largo delle coste dell'Oman, appartenente alla compagna armatrice napoletana Marnavi non ha più nessun contatto con la base. Nelle ultime ore, infatti, da Napoli non è stato possibile stabilire comunicazioni con l’equipaggio, né per via radio, né satellitare. Il tragitto dell’imbarcazione è stato bloccato dall’assalto dei banditi che l’hanno messa sotto sequestro, non appena la nave era salpata dali Emirati Arabi, per poi dirigersi in Turchia. L’unità di crisi, sin da ieri, ha affiancato la Marnavi, comunicando alle famiglie di vigilare la zona di mare 24 ore su 24. Come confermato anche dalla compagnia marittima, “Le linee di comunicazione restano continuamente aperte in attesa di eventuali contatti da parte dei sequestratori e con le famiglie di tutti i marittimi imbarcati”.
L’equipaggio è composto da 18 membri: sei italiani, cinque ucraini, sette indiani e a bordo sono presenti più di 15 mila tonnellate di soda caustica. Augusto Musumeci è il comandante della nave, un uomo esperto di navigazione, da vent’anni in mare, durante i quali si è conquistato grande fiducia e stima, anche grazie all’esperienza maturata. La Marnavi, infatti, lo considera “un uomo di grande esperienza, capace di mantenere l’ordine e la calma a bordo”. La società ha rassicurato le famiglie, specificando che tutte le persone presenti sulla petroliera non hanno subito danni, scusandosi anche per il riserbo calato sulla delicata vicenda. Gli armatori, infatti, stanno cercando di agire “nel rispetto dei sentimenti e della privacy delle famiglie coinvolte in questa vicenda”.
A pochi giorni dal rilascio della Savina Caylyn, dopo undici mesi di sequestro, ora si fanno sentire i familiari della Ievoli, in particolare la moglie del capitano, Rita Musumeci, la quale dice di aver appreso della drammatica notizia dai telegiornali e dalla carta stampata e non da comunicazioni private. Ecco le parole di sconforto della donna: “È assurdo che a darmi le notizie siano i giornalisti. Dalla Farnesina non ci informa nessuno. E i familiari degli altri componenti dell’equipaggio sono esattamente nelle mie condizioni. In casi simili, anche solo una parola di conforto è d’aiuto”. Parole, però, smentite dalla Farnesina dalla quale viene fatto sapere che si è “in stretto contatto con i familiari”.