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Pescatori italiani fermati in mare e sequestrati in Libia da 40 giorni: “Riportiamoli a casa”

Mazara del Vallo di nuovo in piazza oggi per chiedere a gran voce di riportare subito a casa i diciotto membri dei due pescherecci Antartide e Medinea che da oltre un mese sono in stato di fermo in Libia dopo essere stati bloccati in mare dalle motovedette libiche. Il governo ha assicurato che la trattativa è in corso ma la situazione al momento non si è sbloccata.
A cura di Antonio Palma
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“Liberate i pescatori di Mazara del Vallo”, con questo striscione familiari, amici ma anche semplici cittadini della comunità di Mazara oggi sono tornati in piazza per chiedere a gran voce di riportare subito a casa i diciotto membri dei due pescherecci Antartide e Medinea che da oltre un mese sono in stato di fermo in Libia dopo essere stati bloccati in mare dalle motovedette libiche. I diciotto pescatori sono trattenuti a Bengasi dallo scorso 1 settembre e ogni tentativo di portarli a casa per ora sembra essere andato a vuoto. Sul caso stanno lavorando gli uomini della Farnesina che sono riusciti a entrare in contatto con i pescatori e a fornire ad alcuni di loro le medicine necessarie ma per ora la situazione non si è sbloccata.

Come ha raccontato lo stesso sindaco di Mazara, Salvatore Quinci, i 18 pescatori sono trattenuti in una palazzina militare libica a Bengasi con l’accusa di aver sconfinato in acque territoriali libiche durante una battuta di pesca nel Mediterraneo. “Ho sentito l’unità di crisi della Farnesina, mi hanno detto che i nostri pescatori sono trattati in modo dignitoso. Sono in stato di fermo in una palazzina militare, ma non sono detenuti" ha dichiarato Quinci, aggiungendo: “Sappiamo che è stato attivato un procedimento da parte della Procura militare nei loro confronti".

“Si parla di sconfinamento delle acque internazionali. Dall’altra parte si vuole alzare la tensione e forse anche il prezzo della trattativa. Sono convinto che i capi di imputazione siano falsi, i nostri pescatori erano là per lavorare. Mazara del Vallo ha già pagato un notevole tributo in questi anni e siamo davvero stanchi. Con i nostri pescatori c'è tutta la città. Non ci rassegniamo" ha aggiunto il primo cittadino. Con lui anche il governatore siciliano nello Musumeci che ha commentato: “Continueremo a pressare sul governo centrale, ma crediamo anche che ci sia una palese violazione del diritto internazionale”.

In testa alle proteste sempre i parenti dei pescatori che per giorni si sono incatenati alle ringhiere che delimitano piazza Montecitorio prima di essere ricevuti dal Premier Conte che li ha rassicurati. Ieri in un altro incontro con il ministro Alfonso Bonafede ai familiari dei marinai sequestrati è stato confermato che la trattativa è in corso ma i familiari non vedono azioni concrete. Il ritorno dei pescatori italiani “è una priorità assoluta per il governo. L’impegno è massimo e caratterizzato come è d’obbligo in questi casi da un basso profilo mediatico e da un’azione sottotraccia “ha precisato però ministro per i Rapporti con il Parlamento Federico D’Incà nel corso di un question time alla Camera. “La Farnesina da subito ha avviato contatti per verificare le condizioni dei connazionali e sollecitare una soluzione della vicenda. Fin dall’inizio sono in buone condizioni e trattati correttamente” ha assicurato D’Incà.

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