Pescara, ucciso a 17 anni con 25 coltellate: chiesto giudizio immediato per i presunti assassini di Thomas
Si sono chiuse le indagini sull'omicidio di Thomas, il 17enne ucciso a Pescara il 23 giugno scorso con 25 coltellate da due coetanei. Per loro il procuratore della Repubblica del Tribunale dei Minori de L'Aquila, David Mancini, ha chiesto il giudizio immediato.
I due minori, entrambi 16enni, sono accusati di concorso in omicidio aggravato da futili motivi e crudeltà: l'uno figlio di una avvocata, l'altro figlio di un maresciallo dei carabinieri, sono attualmente detenuti in istituti penitenziari minorili.
"Il 23 giugno 2024 – ha scritto il magistrato nella nota in cui ha resa nota la richiesta per i due minori coinvolti – avveniva in Pescara il tragico evento dell'omicidio di Thomas. È stato un fatto drammatico che ha sconvolto una città, una regione, ha avuto risalto in ambito nazionale, ha determinato dolore e sconcerto nella comunità civile e profonda partecipazione delle autorità".
Secondo il procuratore Mancini, "le risposte ai tanti interrogativi possono trovarsi nella riflessione aperta e franca dei cittadini, delle istituzioni e delle reti di protezione sociale. Solo un costante percorso di crescita comune e di impegno civico condiviso – ha aggiunto – possono creare le condizioni affinché il disagio psicologico e sociale di minori e giovani adulti non si traduca in atti violenti e drammatici, come quelli che hanno posto fine alla vita di Christopher".
"La giustizia – ha concluso – non può fornire risposte a tutto ciò. A essa spetta di far luce sull'accaduto e accertare le responsabilità in conformità alle leggi vigenti".
Il ragazzo era stato trovato morto nel parco Baden Powell e sul corpo erano state subito riscontrate numerose ferite da arma da taglio. Dall'autopsia eseguita sul cadavere era successivamente emerso che i colpi inferti erano stati complessivamente 25.
A provocare la morte del 17enne erano state le lesioni che avevano interessato entrambi i polmoni e che gli avevano causato uno shock emorragico irreversibile. Per l'omicidio erano stati fermati poche ore dopo i due minorenni.
Secondo la ricostruzione degli investigatori, il pomeriggio di domenica 23 giugno Thomas si sarebbe incontrato con un gruppo di amici nei pressi della stazione ferroviaria. Insieme avrebbero poi raggiunto il parco Baden Powell.
Con una scusa il ragazzo era stato portato in una zona isolata e accoltellato dai due minori. Successivamente, gli aggressori avrebbero raggiunto gli altri ragazzi per andare al mare. Dopo qualche ora, uno dei giovani, rimasto all'esterno del parco mentre si consumava l'omicidio, ma a conoscenza dell'accaduto, aveva lanciato l'allarme.
L'omicidio sarebbe stato dunque pianificato e alla base del delitto ci sarebbe stato un debito di droga di poche centinaia di euro. L'arma del delitto, un coltello da sub, era stata abbandonata in acqua e non è ancora stata ritrovata.
Per il giudice che aveva convalidato il fermo dei due indagati la causa determinante era stato “l’impulso lesivo, quello di provocare sofferenza e uccidere un essere umano, sino quasi a integrare il motivo futile, ossia il motivo meramente apparente e in realtà inesistente, che cela l’unico vero” intento, che è quello di cagionare sofferenza e morte.