Pescara, sparò al cuoco perché gli arrosticini non erano ben cotti: condannato a 12 anni di carcere
Dodici anni di carcere: è la condanna che il gup del Tribunale di Pescara, Francesco Marino, ha inflitto al tramite di un processo celebrato con rito abbreviato a Federico Pecorale, il 30enne di Montesilvano che il 10 aprile dell'anno scorso esplose diversi colpi di pistola contro Yelfry Rosado Guzman, cuoco di 23 anni, all'interno di un ristobar nel centro cittadino di Pescara, ferendolo gravemente. La vittima, oggi rimasta paralizzata, venne colpita perché accusata di non aver cotto a puntino gli arrosticini.
Pecorale, dunque, dovrà trascorrere 7 anni in carcere e 5 in una struttura sanitaria di accoglienza per i criminali affetti da disturbi mentali e socialmente pericolosi, oltre a pagare 200mila euro di provvisionale esecutiva. Il legale del cuoco, l'avvocato Piero Bisceglie, aveva chiesto invece una provvisionale di 350 mila euro. Pecorale era stato anche sottoposto a perizia, secondo la quale al momento del fatto la sua capacità di intendere e di volere era parzialmente scemata.
Quel giorno Pecorale, dopo avere sparato al cuoco perché gli arrosticini a suo dire non erano cotti a puntino, si allontanò a piedi per raggiungere l'hotel in cui soggiornava in piazza Santa Caterina, prese i bagagli, andò prima a casa dei nonni a Gissi (Chieti) e poi si allontanò verso il nord Italia. Braccato dalla polizia, fu infine fermato sull'autostrada A14, precisamente nell'area di servizio Metauro, a Pesaro. Lì venne arrestato