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Pescara, baby gang incastrate dai “selfie”: botte, rapine e poi le foto sul web

Dopo aver pestato le loro vittime i membri delle baby gang le derubavano e poi si fotografavano, pistola in pugno. Le immagini dei giovanissimi su Facebook hanno contribuito a incastrarli.
A cura di S. P.
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Sei ragazzi di età compresa tra i 14 e i 24 anni sono stati arrestati dagli agenti della Squadra mobile di Pescara con le accuse, a vario titolo, di rapina aggravata e lesioni volontarie. Alcuni di loro sono accusati, ad esempio, di aver fracassato la mandibola di un 19enne e di aver mandato in ospedale, dove si trova in prognosi riservata, un giovane di 24 anni. I giovani, appartenenti a diverse baby gang, sono stati incastrati anche dai filmati e dai selfie che loro stessi pubblicavano su Facebook, a volta con tanto di armi in bella mostra. Secondo quanto accertato, i membri delle baby gang (tra di loro giovani della città e stranieri) avrebbero agito in almeno sette episodi verificatisi negli ultimi due mesi a Pescara. Oltre ai sei arresti la polizia ha denunciato altre quattro persone. Quelle delle due baby gang erano aggressioni senza motivi apparenti, tanto che gli agenti le ritengono collegate al cosiddetto “knockout game”, il folle gioco dove si sceglie a caso una vittima e si prova ad atterrarla colpendola con un pugno.

Botte e rapine – Il capo della mobile Pierfrancesco Muriana ha spiegato come nelle folli notti della movida pescarese c’era però anche chi usava la violenza per compiere delle rapine: “Si tratta di una baby gang specializzata anche nel rapinare giovanissimi, non ancora maggiorenni, avvicinati con l'inganno, convinti con un pretesto a salire in macchina, condotti, di notte, in località isolate dove inascoltata è ogni richiesta di aiuto, minacciati, picchiati selvaggiamente, depredati dei loro averi ed abbandonati lì, soli e spaventati. E l'umiliazione e le sofferenze inferte alla vittima venivano anche filmate con il telefonino”.

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