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Perse il marito e fece donare gli organi, dopo 10 anni riceve una lettera: “Grazie a lui sono vivo”

Marina Fontana, moglie di Roberto Cona, morto nel 2013 in un grave incidente stradale, ha ricevuto una lettera dall’uomo che ricevette gli organi del marito: “Sono Luigi e 10 anni fa mi salvò la vita”.
A cura di Davide Falcioni
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"Ciao Marina, non mi conosci, mi presento: io sono Luigi e 10 anni fa tuo marito mi salvò la vita". Inizia così la lettera ricevuta una settimana fa da Marina Fontana, moglie di Roberto Cona, morto dieci anni fa in un grave incidente stradale in autostrada. Era il 10 luglio del 2013 e la coppia stava viaggiando verso la Sicilia per trascorrere le vacanze, quando la loro auto venne investita in pieno da un tir. Lei rimase gravemente ferita, mentre per lui non ci fu nulla da fare.

Gli organi dell'uomo vennero donati e per dieci anni nessuno ha mai saputo chi fosse stato il destinatario. Poi, giovedì scorso, si è palesato: "Domani 28 luglio sono dieci anni che sono stato trapiantato di fegato all’ospedale Cisanello di Pisa. Tuo marito sarà sempre il mio angelo! Io in tutti questi anni ho sempre fatto fare una Messa per Roberto, ma ho avuto il coraggio di scriverti solo adesso", recita la missiva ricevuta da Marina Fontana.

"Dal mese di dicembre 2013 – prosegue la lettera di Luigi – mi sono messo sul computer per rintracciare quelli che avevano donato gli organi, ho saputo che il mio organo veniva da Careggi (ospedale di Firenze, ndr). Ero talmente debilitato prima del trapianto che ero giunto quasi alla fine". Poi l'uomo ha ricostruito per intero la vicenda. "Ho letto la vostra storia su internet e ho capito. Quel giorno, era una domenica, e al Careggi solo una persona aveva donato gli organi e solo un fegato è stato trapiantato, quello donato a me. Ancora non reggo alle lacrime ogni volta che ci penso. Mia figlia mi ha aiutato a scriverti perché non riuscivo a scrivere per l’emozione che ho provato".

"Ho imparato che l’amore ci protegge – dice Marina –. Anche se non è stato semplice. Adesso sono più serena, ma non è stato facile compiere un cammino di elaborazione della sofferenza. Roberto, il mio Roberto, lo sento sempre vicino a me. So che mi dà tanta forza. E sono felice per Luigi e per le sua splendida famiglia”.

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