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Perquisizione a Il Giornale: è scontro con la Procura

Il giornale diretto da Alessandro Sallusti accusa duramente i magistrati che hanno disposto la perquisizione della sede: “Il braccio violento dei magistrati si è accanito sulla nostra giornalista Anna Maria Greco, costretta a spogliarsi davanti ai carabinieri”.
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Duro botta e risposta fra la redazione de Il Giornale ed il Procuratore della Repubblica di Roma Giovanni Ferrara, in relazione alla perquisizione nella sede del quotidiano diretto da Alessandro Sallusti. Questa mattina, infatti, il Giornale apriva con una durissima denuncia nei confronti di un "atto di violenza privata ordi­nato da una donna, la pm di Roma,contro un’altra don­na in nome di un’altra don­na (la Boccassini). Cioè la giustizia trasformata in un fatto personale, una squalli­da e vigliacca vendetta, per­petuata con l’uso della for­za dello Stato. Questa pm non è un magistrato, si com­porta da mascalzona che abusa del suo potere: fa toc­care una donna giornalista, fa sequestrare i computer di suo figlio, curiosa nella vi­ta degli altri senza motivo" (testuale dall'editoriale del Direttore del quotidiano).

Un commento durissimo relativo alla perquisizione effettuata in casa della giornalista Anna Maria Greco, che in una intervista audio aveva rivelato di essere stata "costretta a spogliarsi" da parte di un agente donna. La replica della Procura è sintetica ma determinata:

"La perquisizione nei confronti della giornalista del Giornale Anna Maria Greco è stata compiuta dai carabinieri nel pieno rispetto delle regole imposte dal codice, in particolare della dignità e del pudore […] alla giornalista consegnare è stato chiesto di gli abiti per la ricerca di documenti o pen-drive, evitando in tal modo qualsiasi contatto fisico con la persona […] in una indagine iniziata a seguito di denuncia proveniente dal Csm, nella quale venivano rappresentate, tra l’altro, ragioni di urgenza per assicurare l’acquisizione di prove reperibili anche all’interno del Csm […] Si è quindi proceduto ad adottare provvedimenti cautelari per conservare lo stato dei luoghi al fine di poter procedere all’acquisizione degli elementi di prova dopo aver informato, come prevede la legge, l’indagato (si tratta del consigliere Brigandì) al fine di consentirgli di essere presente con l’assistenza del difensore"

Ovviamente la vicenda ha scatenato una marea di commenti e reazioni da parte dell'intero mondo politico, con gli ambienti vicini al centrodestar che non hanno mancato di sottolineare la "gravità assoluta di un simile fatto", invitando l'opposizione "che da tempo sollecita al rispetto per le donne e per la dignità umana" a condannare con forza l'azione dei carabinieri e dei giudici romani. Una posizione invece molto più articolata è quella della minoranza parlamentare che invita a valutare nel merito l'indagine giudiziaria e a non strumentalizzare a fini politici quanto avvenuto nella mattinata.

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A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
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