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Percorsi abilitanti docenti, come cambiano le regole: ora servono 60 CFU anche a chi è già insegnante

A fine luglio il governo ha approvato un Dpcm che prevede una novità: i corsi abilitanti per diventare docenti. Le nuove regole valgono anche per gli insegnanti del vecchio ordinamento: sarà necessario avere almeno 60 CFU.
A cura di Andrea Miniutti
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Per chi vuole diventare professore della scuola secondaria di primo e secondo grado, o per chi lo è già, ci sono delle novità: sulla Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato il Dpcm del 31 luglio che riguarda la formazione dei docenti. Il decreto aumenta i crediti formativi universitari e accademici (CFU/CFA) necessari per avere la conferma del ruolo da professore, prevedendo corsi abilitanti al termine dei quali bisognerà superare un test.

Cosa sono i corsi abilitanti e a cosa servono

I corsi abilitanti sono percorsi specifici che prevedono una parte di discipline generiche, una parte legata alle metodologie didattiche della materia in questione e anche un tirocinio. Possono essere da 30, 36 o 60 CFU/CFA, cioè i crediti formativi che possono essere ottenuti durante il percorso universitario – aggiuntivi rispetto al piano di studi ordinario – o attraverso le istituzioni AFAM (Alta formazione artistica, musicale e coreutica). Il compito di questi corsi è quello di formare i futuri professori e, dopo una valutazione di idoneità, certificare l'ottenimento dei CFU/CFA.

Per quanto riguarda le attività formative, i frequentanti dovranno avere un tasso di presenza minimo del 60% delle ore totali e le partecipazioni in modalità telematica non dovranno superare il 50%. Invece, il tirocinio e i laboratori dovranno essere svolti esclusivamente in presenza.

Com'è strutturato il test finale per ottenere i crediti formativi

Al termine del corso ci sarà un test finale composto da una prova scritta e una lezione simulata: per superarlo sarà necessario ottenere un voto di almeno 7 punti su 10 in entrambe. La parte scritta, come si legge nel Dpcm, "è finalizzata ad accertare le competenze acquisite dal tirocinante nell’attività svolta in gruppi-classe e nell’ambito della didattica disciplinare, con particolare riferimento alle attività di laboratorio nonché all’acquisizione delle conoscenze psicopedagogiche", mentre la lezione simulata è su un "tema proposto dalla commissione con un anticipo di quarantotto ore, ha una durata massima di quarantacinque minuti, è progettata anche mediante tecnologie digitali multimediali, è sviluppata con didattica innovativa ed è accompagnata dall’illustrazione delle scelte contenutistiche, didattiche e metodologiche compiute in riferimento al percorso di formazione iniziale relativo alla specifica classe di concorso".

Questi corsi saranno monitorati costantemente dall'Anvur, l'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca: "L’Anvur, anche avvalendosi dell’attività di controllo dei nuclei di valutazione dei soggetti accreditati, svolge un’attività di monitoraggio e di valutazione periodica, almeno quinquennale, finalizzata all’accreditamento periodico dei percorsi di formazione iniziale".

Serviranno almeno 60 crediti formativi per avere l'abilitazione da docente

A tutti gli studenti universitari che vogliono accedere al concorso docenti della scuola secondaria basterà aver conseguito una laurea magistrale e aver ottenuto 30 CFU/CFA. In caso di superamento del concorso, e quindi di nomina, gli aspiranti professori dovranno acquisire i restanti 30 crediti formativi tramite i corsi abilitanti, arrivando ad un totale di almeno 60 CFU/CFA che serviranno a certificare le competenze del profilo professionale del docente abilitato.

Anche chi ha seguito le procedure legate al vecchio ordinamento dovrà frequentare questi corsi: chi ha maturato 3 anni di servizio all'interno delle scuole dovrà conseguire 30 ulteriori CFU/CFA, mentre chi aveva esclusivamente i 24 CFU/CFA (ottenuti entro il 31 ottobre 2022) previsti dalle precedenti regole dovrà ottenerne altri 36. In sede di prima applicazione, il percorso integrativo dovrà concludersi entro il 28 febbraio 2024. Questo tipo di corso è dedicato anche a chi vuole acquisire ulteriori abilitazioni.

Diversa è la situazione per chi ha già concluso il proprio percorso di laurea e vuole diventare insegnante: dovrà ottenere i 60 CFU/CFA interamente attraverso i corsi abilitanti, ma ne basteranno 30 per poter accedere al concorso per docenti. Per questo caso, invece, in sede di prima applicazione i percorsi devono concludersi entro il 31 maggio 2024.

Come sono divisi i 60 crediti formativi

Tra gli allegati del Dpcm c'è una tabella che spiega come sono divisi i 60 CFU/CFA necessari per avere l'abilitazione:

  • 10 CFU in "Discipline di area pedagogica";
  • 20 CFU in "Tirocinio diretto e indiretto";
  • 3 CFU in "Formazione inclusiva delle persone con BES";
  • 3 CFU in "Discipline di area linguistico-digitale";
  • 4 CFU in "Discipline psico-socio-antropologiche";
  • 2 CFU in "Metodologie didattiche: introduzione ai modelli di mediazione didattica per la secondaria";
  • 16 CFU in "Didattiche delle discipline e metodologie delle discipline di riferimento (delle classi di concorso)";
  • 2 CFU in "Discipline relative all’acquisizione di competenze nell’ambito della legislazione scolastica".

Naturalmente, per chi deve integrare con i 30 o i 36 CFU/CFA la tipologia di crediti formativi dipende dai singoli casi, e nel Dpcm sono presenti delle tabelle che possono rispondere alle singole esigenze.

Tra i vari punti dell'elenco si legge una distinzione tra tirocinio diretto e indiretto. Il primo fa riferimento alle attività di affiancamento e osservazione di professori abilitati nella preparazione e nello svolgimento delle lezioni, oltre che anche nella realizzazione e nella correzione delle verifiche. Invece, quello indiretto è composto da attività "articolate in momenti di riflessione autonoma, e guidata e coordinata dai tutor", dove per tutor si intende il personale docente individuato dai centri che si occupano di erogare i corsi abilitanti.

Quanto costano i corsi abilitanti e il test finale

Il decreto fissa anche i costi massimi dei percorsi di formazione iniziale e dei testi, il quale pagamento è a carico di chi li frequenta:

  • i corsi per chi deve conseguire almeno 60 CFU/CFA possono arrivare fino a 2500 euro;
  • i corsi per chi è iscritto ad un percorso di studio universitario e per gli insegnanti del vecchio ordinamento che devono integrare i 30 o i 36 CFU/CFA mancanti possono costare fino a 2000 euro;
  • la prova finale dei corsi ha un costo di 150 euro.

Inoltre, questi costi massimi saranno aggiornati ogni tre anni dal Ministero dell'Università e della Ricerca assieme al Ministero dell'Istruzione e del Merito. Il fatto che il pagamento sia a carico di chi li frequenta non è passato inosservato dalla Flc Cgil, che ha criticato questo aspetto del Dpcm: "Riteniamo grave la scelta di non finanziare le attività formative con apposite risorse, facendo ricadere i costi su docenti precari e studenti".

Che profilo deve avere un docente abilitato secondo il Ministero

Nell'Allegato A del Dpcm è delineata la figura del docente abilitato in seguito ai nuovi percorsi. I tre presupposti fondamentali sono che l'insegnante:

  • abbia una motivazione professionale che lo spinga ad essere guida e "costruttore di positive relazioni educative con gli studenti";
  • sia consapevole della possibilità di migliorare le proprie competenze anche attraverso il dialogo con i colleghi più esperti;
  • voglia accompagnare nel percorso educativo tutti quanti "alla scoperta dei propri talenti e delle proprie potenzialità e vocazioni".

Inoltre, sono elencati i requisiti professionali necessari come l'interdisciplinarità, le competenze psicopedagogiche, la ricerca dell'innovazione e molto altro. Come spiegato nel documento:

Le componenti che determinano il profilo professionale del docente abilitato sono costituite, dunque, da competenze altamente specializzate in relazione: alle discipline di insegnamento; alla gestione consapevole della complessità delle relazioni interpersonali, del loro carattere sistemico e della estrema variabilità delle condizioni in cui si collocano; alle tecniche strumentali e digitali che innervano e sostanziano l’azione formativa e i processi inclusivi.

Infine ci sono gli standard professionali minimi, come ad esempio le competenze digitali e la promozione delle "otto competenze chiave europee per l’apprendimento permanente (competenza alfabetica funzionale; competenza multilinguistica; competenza matematica e competenza in scienze, tecnologie e ingegneria; competenza digitale; competenza personale, sociale e capacità di imparare a imparare; competenza in materia di cittadinanza; competenza imprenditoriale; competenza in materia di consapevolezza ed espressione culturali)".

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