Perché la Francia vuole la vetta del Monte Bianco
In quale paese si trova la vetta del Monte Bianco? La domanda è diventata più che mai attuale negli ultimi giorni, mentre è in corso una diatriba tra i governi di Francia e Italia sulla "paternità" della cima più alta d'Europa. Se da un lato Roma afferma che la cima è italo francese in virtù di uno storico confine naturale, Parigi la rivendica totalmente per sé. Non a caso nel luglio del 2019 un'ordinanza dei Comuni di Chamonix e Saint-Gervais vietava l’atterraggio di parapendii sulla vetta del monte per un perimetro di 600 metri, inglobando anche il territorio che in teoria dovrebbe essere italiano. Altri due provvedimenti di giugno 2020i dal ministero per la Transizione Ecologica transalpino mirano a "proteggere in modo specifico habitat naturali in quanto tali, indipendentemente dalla presenza di specie protette da misure normative", spingendosi però ancora una volta fino all'area del ghiacciaio del Gigante, dove si trovano il rifugio Torino e la stazione ‘Punta Helbronner' della funivia Skyway, che parte da Courmayeur. Un territorio che l'Italia considera proprio e sui cui, secondo Roma, Parigi non dovrebbe avere nessun potere.
Quella sulla vetta del Monte Bianco è una diatriba mai del tutto risolta tra Italia e Francia: Roma, infatti, ritiene valido l'accordo sui confini firmato nel Trattato di Torino del 1860 fra Regno di Sardegna e Impero francese, secondo cui la cima sarebbe divisa a metà tra i due Paesi seguendo l'andamento naturale dello spartiacque. La Francia tuttavia base i suoi provvedimenti sull’armistizio di Cherasco del 1796 firmato da Napoleone. “Il confine italiano è il confine giuridicamente ineccepibile – spiegava qualche anno fa in una intervista rilasciata a Montagna.tv Giorgio Aliprandi, massimo esperto italiano di cartografia storica alpina – basato sulla cresta spartiacque. È un confine ‘naturale', mentre quello francese, che scende arbitrariamente verso sud, è un confino politico anomalo, fatto a vantaggio della Francia”.
La nota di protesta della Farnesina nei confronti della Francia
Sui provvedimenti unilaterali francesi ieri l'ambasciata italiana a Parigi ha espresso formalmente "forte disappunto". "Tali misure unilaterali – si legge in una nota – che non possono e non devono incidere sul territorio italiano non potranno avere alcun effetto e non sono riconosciute dall'Italia". Nella protesta ufficiale trasmessa alle autorità transalpine – si legge nella nota della Farnesina – il ministero degli Esteri ha ricordato che la parte francese aveva espresso la propria disponibilità ad affrontare queste questioni all'interno della Commissione mista che si occupa della manutenzione dei confini. In questo quadro il Ministro Di Maio ha tenuto a che fosse ricordato che Italia e Francia avevano concordato sulla necessità di "evitare qualsiasi iniziativa unilaterale delle autorità locali" su queste zone.