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Perché su Medjugorie il Vaticano dimostra, ancora una volta, di “saperne una più del diavolo”

Dire che le apparizioni sono false avrebbe procurato disapprovazione, dire che sono vere creato imbarazzi. Riconoscere i soli frutti spirituali è la soluzione giusta.
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Sì ai pellegrinaggi a Medjugorje ma no a un riconoscimento delle apparizioni. Il Vaticano trova una soluzione a un dilemma che si trascina da anni e sembra dare un colpo al cerchio e uno alla botte, ma in realtà non è così.

Il dicastero per la dottrina della fede, in fine dei conti, non fa altro che riesprimere un concetto ultramillenario: le apparizioni non possono rappresentare un fondamento della fede, ma al massimo un aiuto a rafforzarla. Per cui, le apparizioni non sono veramente importanti per un cristiano, ma quello che è importante è che i fedeli continuino a credere in Dio è nella Madonna.

Un pensatore cristiano, Jacques Bossuet, diceva che “Dio è capace di scrivere dritto anche sulle nostre righe storte”, cioè riesce a trasformare il male in bene. Dire che le apparizioni sono false avrebbe potuto creare addirittura una scisma, viste le decine di fedeli della Madonna di Medjugorie sparsi in tutto il mondo che difficilmente avrebbero accettato una decisione simile.

Il Vaticano, invece, non si esprime sulla verità delle apparizioni ai sei veggenti bosniaci, ma dice semplicemente che i fedeli non sono obbligati a credervi e il “nulla osta” indica che “questi ultimi possono ricevere uno stimolo positivo per la loro vita cristiana attraverso questa proposta spirituale e autorizza il culto pubblico”.

Questo perché “si è potuto registrare che in mezzo a un’esperienza spirituale si sono verificati molti frutti positivi e non si sono diffusi nel Popolo di Dio effetti negativi o rischiosi”.

Il documento non parla di veggenti, ma di “presunti veggenti” perché le apparizioni non sono (e probabilmente non lo saranno mai) riconosciute ufficialmente, come invece avvenne per Lourdes e Fatima, giusto per citare i due casi più noti.

Sarebbe imbarazzante per il Vaticano, tra l’altro, dire che la Madonna è apparsa o, addirittura, appare ancora, a persone dalla vita discutibile, separati, che hanno lucrato sulle apparizioni e che, in qualche caso, vivono nel lusso. Come anche sarebbe imbarazzante riconoscere come veritiera la storia della Madonna che consegna vere e proprie pergamene, che nessuno in Vaticano ha mai visto, riportanti dieci segreti scritti in codici cifrati leggibili solo da chi ha ricevuto il messaggio.

Anche se la nota del Vaticano chiarisce che la stessa non implica “un giudizio circa la vita morale dei presunti veggenti” è evidente che la loro condotta ha molto influito su queste decisioni.

Motivi per i quali i vescovi di Mostar, che fino al 17 maggio 2024 erano competenti, da soli, a stabilire la veridicità delle apparizioni, si erano sempre detti nettamente contrari a farlo: “La posizione di questa Curia per tutto questo periodo è stata chiara e risoluta: non si tratta di vere apparizioni della Beata Vergine Maria” scrisse il vescovo Peric nel 2017.

Il Vaticano, tra l’altro, non ha paura di buttare a mare il lavoro della commissione di studio guidata da Camillo Ruini, che ha terminato le proprie attività nel 2014 e di cui non si è saputo più nulla. Dopo qualche anno è trapelato che la commissione, con ampia maggioranza, aveva deciso di stabilire la soprannaturalità solo delle prime sette apparizioni e che le altre, comprese quelle che continuano a tenersi tutt’oggi, non fossero vere. Anche questa soluzione “mista” avrebbe creato il caos, anche in considerazione del fatto che, poco dopo il suo insediamento aveva criticato la concezione di una “Madonna postina” che gira per il mondo a recapitare messaggi.

In definitiva, i fedeli potranno continuare a pregare la Madonna a Medjugorie e il Vaticano spera che continuino “le abbondanti conversioni, il frequente ritorno alla pratica sacramentale (Eucarestia e riconciliazione), le numerose vocazioni alla vita presbiterale, religiosa e matrimoniale, l’approfondimento della vita di fede, una più intensa pratica della preghiera, molte riconciliazioni tra coniugi e il rinnovamento della vita matrimoniale e familiare”.

Una soluzione win-win per tutti, insomma, che dimostra che, dopo oltre duemila anni, la Chiesa ne sa sempre una più del diavolo.

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Classe 1979, giornalista, esperto in comunicazione istituzionale e sociale. Nel 2012 ha vinto il Premio Adone Zoli per i suoi studi storici e politici. Per Fanpage si occupa soprattutto di questioni religiose e riguardanti la Chiesa cattolica, ma non solo...
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