Perché si contesta la premeditazione ad Argentino: per l’accusa avrebbe pedinato Sara Campanella col coltello

A Stefano Argentino, il 27enne in carcere con l'accusa di aver ucciso Sara Campanella nel pomeriggio del 31 marzo a Messina, è stata contestata sia l'aggravante della crudeltà, che quella dei futili motivi, che quella della premeditazione. Soprattutto su quest'ultima si stanno concentrando le indagini. Che avesse programmato tutto per tempo?
Per la Procura lo dimostrerebbe il fatto che Stefano Argentino stava seguendo Sara e già aveva con sé il coltello. Per capire se aveva in testa un piano, gli investigatori hanno sequestrato il cellulare e il pc. Saranno le analisi sugli apparecchi elettronici a capire se l'indagato aveva cercato qualche informazione su come agire. Intanto si sta facendo analisi su un coltello trovato a 200 metri dal luogo del delitto: i Ris confermeranno se è l'arma del delitto.
Intanto, grazie ai video delle telecamere della zona dove è avvenuto l'omicidio, è stata ricostruita la dinamica del delitto: Stefano Argentino avrebbe aspettato Sara Campanella fuori dal Policlinico dove aveva appena terminato una lezione universitaria. I video delle telecamere del Policlinico e quelle di un vicino B&B mostrerebbero il presunto assassino seguire a distanza Sara per poi uscire dall'ingresso dell'ospedale da solo e di corsa. Avrebbe imboccato alcune scalette vicine al B&B e sarebbe tornato indietro. Si sarebbe fiondato su Sara e i due avrebbero iniziato a discutere finendo dietro a un distributore di benzina all'incrocio di viale Gazzi con via consolare Valeria: si vede dalle telecamere aggressore e vittima sparire dietro il gabbiotto per poi ricomparire in viale Gazzi. Si vede infine Sara che cerca di allontanarsi per poi essere aggredita: la ragazza cerca di divincolarsi ma viene colpita più volte con il coltello. Tutto, secondo quanto riportato da fonti investigative a Fanpage.it, mentre fin dall'inizio il presunto assassino avrebbe avuto con sé il coltello.