Perché serve l’autopsia sul corpo di Giulia Cecchettin: i punti chiave su cui si concentrano le indagini
Quella di domani, venerdì 1 dicembre, sarà una giornata importante per le indagini sull’omicidio di Giulia Cecchettin, la 22enne veneta prima portata via da Vigonovo l’11 novembre scorso dall’ex fidanzato Filippo Turetta e poi uccisa.
Turetta, che 22 anni li compirà a breve, è attualmente in carcere a Verona: nel primo interrogatorio di garanzia si è avvalso della facoltà di non rispondere ma ha reso dichiarazioni spontanee ammettendo di fatto di aver ucciso la donna, domani per lui ci sarà un nuovo interrogatorio durante il quale potrebbe decidere di parlare e fornire elementi importanti per la ricostruzione dell’accaduto.
Le risposte dall'autopsia sul corpo di Giulia Cecchettin
Ma quella del primo dicembre è una data importante anche perché è dal corpo di Giulia che arriveranno delle risposte: alle 9, all'istituto di anatomia patologica di Padova, sarà effettuata l’autopsia.
L'esame verrà effettuato dal perito medico legale incaricato dalla procura di Venezia Guido Viel dell'equipe medica del professor Angelo Paolo Dei Tos, responsabile della UOC di Anatomia Patologica dell'Università di Padova. All'esame autoptico parteciperanno anche i consulenti di parte della famiglia di Giulia Cecchettin, Stefano D'Errico (che di recente si è occupato anche del caso di Liliana Resinovich) e Stefano Vanin, direttore di Medicina legale dell'Azienda sanitaria universitaria Giuliano Isontina. Vanin, tra i più qualificati entomologi forensi d’Europa, ha collaborato alla soluzione dei più efferati casi di cronaca degli ultimi anni, da Yara Gambirasio a Elisa Claps.
L'orario della morte, la causa del decesso, l'aggravante della crudeltà
Ma a cosa serve effettuare l’autopsia sul corpo della 22enne ritrovata senza vita il 18 novembre nei pressi del lago di Barcis? È in questa sede che si stabilirà l'orario approssimativo della morte di Giulia, la causa del decesso, se per dissanguamento o asfissia, il numero delle coltellate che Filippo Turetta avrebbe inferto sulla ragazza. Quando è stata trovata in un dirupo vicino al lago di Barcis, secondo la prima ispezione sul cadavere Giulia presentava sul corpo decine di coltellate in diversi punti del corpo. Bisognerà accertare anche se siano presenti ferite di altra natura, da calci o pugni.
Si capirà dall’autopsia anche se Giulia è stata torturata prima di morire, se Turetta abbia infierito su di lei quando era ancora viva. Sappiamo che la studentessa ha subito una doppia aggressione, dapprima a pochi metri da casa sua in auto, e poi nella zona industriale di Fossò.
Solo dopo l’importante esame la procura di Venezia potrebbe aggiungere l'aggravante della crudeltà nel capo d'accusa contestato al giovane in carcere, così come quella della premeditazione.
La possibile premeditazione del delitto e lo stalking
Ad oggi per Turetta l'accusa contestata è quella di sequestro di persona e omicidio volontario aggravato. Il discorso della premeditazione è importante, e dall’interrogatorio di Turetta si proverà anche a capire quale è stato il movente, perché Filippo Turetta ha ucciso Giulia Cecchettin. "Gli deve essere partito un embolo, perché non è una cosa razionale, non è un mostro", ha detto il padre del 21enne, Nicola Turetta, in una intervista.
Gli avvocati della famiglia Cecchettin ritengono che da tempo fosse in atto uno stalking psicologico che aveva creato uno stato di ansia costante nella ragazza dopo la fine della relazione con Turetta.