Perché quest’anno a scuola ritorna il diario cartaceo: cosa dice la circolare del Ministero
Anno scolastico al via, tra i grandi ritorni nelle cartelle dei piccoli studenti c’è il diario cartaceo. A luglio è arrivato l’annuncio del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, propenso al recupero di carta e penna e all’incentivazione della scrittura a mano.
La decisione rientra nella circolare che unisce anche lo stop agli smartphone in classe per finalità didattiche, ossia nella più ampia volontà di mettere un freno alla sovraesposizione degli studenti agli schermi.
Il ritorno del diario cartaceo per le scuole elementari e medie: la circolare
Il documento pubblicato dal ministero punta ad accostare l’uso del registro elettronico con il diario cartaceo per gli alunni delle scuole elementari e medie. Dall’anno scolastico 2012/2013, esordisce la nota, “si è diffusa la consuetudine, tra i docenti, di assegnare i compiti da svolgere a casa esclusivamente mediante notazione sul registro elettronico”.
Ne consegue, pertanto, come gli alunni “consultino sistematicamente il registro elettronico attraverso dispositivi tecnologici, pc, smartphone e tablet, per verificare quali attività debbano essere svolte a casa e per quale giorno, spesso con la mediazione dei genitori, titolari delle password di accesso”.
Ecco perché per sostenere “lo sviluppo della responsabilità degli alunni nella gestione dei propri compiti dosando, al contempo, il ricorso alla tecnologia”, oltre alla possibilità di “acquisire una crescente autonomia nella gestione degli impegni scolastici”, la circolare raccomanda di trascrivere le attività da svolgere a casa sia sul registro elettronico sia sul diario cartaceo personale.
Chi è favorevole
Tra le voci favorevoli al ritorno del diario cartaceo, c’è quella del direttore dell’Osservatorio Carta, Penna & Digitale della Fondazione Luigi Einaudi, Andrea Cangini. In un editoriale su la Repubblica, l’uomo ha evidenziato ben prima che le prima campanelle suonassero che “scrivere a mano e leggere su carta sono pratiche insostituibili”.
E ha motivato il tutto sostenendo che “tutte le ricerche scientifiche dimostrano che chi studia utilizzando questi, antichi, metodi ottiene risultati del 20-30% superiori rispetto a chi utilizza strumenti digitali” e “la loro pratica potenzia l’emisfero sinistro del cervello, quello che presiede al pensiero logico-lineare. Farne a meno significherebbe indebolire le capacità mentali dei giovani e renderli sempre più ostaggio della componente ‘emotiva’ del loro cervello”.
Il dibattito sul registro elettronico
La discussione ha preso subito piede. Anche il medico Alberto Pellai è intervenuto sul tema. Su Famiglia Cristiana, si è esposto sostenendo che la dettatura dei compiti sia "uno strumento di connessione personale" tra docenti e studenti. Pellai riconosce i vantaggi del registro elettronico, in particolare l'ottenimento di "tutte le informazioni che servono in tempo reale" e l'accuratezza che non dà "adito a dubbi".
Poi riporta la sua esperienza personale con la figlia: "I docenti spesso affermano che il registro elettronico dà loro il vantaggio di non dover perdere tempo a dettare i compiti e le lezioni, tempo che può essere destinato ad attività didattiche più importanti. Concretamente, però, noi genitori ci rendiamo conto che quel tempo risparmiato in classe si trasforma in tempo perso, ogni pomeriggio, perché comporta entrare nelle chat di classe per fare da soli esattamente quello che veniva fatto dal docente in classe, il cui ruolo non è semplicemente quello di chi detta, ma quello di chi aiuta a comprendere il mandato di lavoro, mentre detta".
Il sondaggio di una scuola di Torino
L'anno scorso un'insegnante di Tecnologia di un istituto torinese, Federica Patti, ha fatto un sondaggio interno tra gli studenti e le studentesse sulle differenze tra l'uso del solo diario cartaceo e quello del registro elettronico e quale tra i due strumenti preferissero.
Come raccolto da La Stampa, le risposte sono state tante e variegate. Per esempio: "Se ho il diario cartaceo, devo trovare il coraggio di andare e dire ai miei genitori se ho preso una nota o se ho preso un brutto voto. Invece adesso i genitori aprono, vedono e non vogliono nemmeno sapere la tua versione", ha scritto una studentessa. Qualcun altro ha detto di preferire il diario "perché quando apro il registro elettronico mi distraggo sempre con il cellulare".
Ma non sono mancate posizioni contrarie al diario cartaceo: "Una delle differenze è che se dimentichi di scrivere il compito sul diario è colpa tua, invece se non viene scritta sul registro elettronico è colpa del professore. Io preferisco il registro perché è molto difficili che mi dimentichi il telefono a differenza del diario".