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Opinioni

Perché quel che succede nelle logistiche fa più paura della variante Delta

Vengono in Italia e si prendono le malattie, come gli operatori della logistica di Piacenza, contagiati dalla variante Delta. Magari consegnandoci a casa un paio di jeans push-up acquistati online al 70% di sconto. Oppure, tornando una seconda volta a ritirarli perché, provati a casa, i jeans push-up non erano poi così push-up e si è fatto il reso (gratuito, ovviamente). Non solo paghe da fame e turni massacranti, ora anche i focolai di variante Delta. Benvenuti nell’Italia dei facchini senza diritti, dove gli unici stranieri che accogliamo volentieri “a casa nostra” sono i facchini.
A cura di Stela Xhunga
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Vengono in Italia e si prendono le malattie. Si ammalano consegnandoci a casa un paio di jeans push-up acquistati online al 70% di sconto. Oppure magari si ammalano tornando una seconda volta a ritirarli perché, provati a casa,  i jeans push-up non erano poi così push-up e si è preferito effettuare il reso, gratuito, ovviamente. Benvenuti nell'Italia dei facchini senza diritti, dove gli unici stranieri che accogliamo volentieri "a casa nostra" sono i facchini che ci suonano al citofono. 

Non solo paghe da fame, non solo turni massacranti, non solo indifferenza e addirittura ostracismo da parte dei grandi sindacati nazionali, non solo camion che travolgono, ora anche i focolai di variante Delta. È notizia di oggi l’infezione partita da due poli logistici di Piacenza con (finora) 24 infettati confermati. A fare notizia è il focolaio della variante Delta mica le condizioni lavorative dei facchini che hanno fatto da propaggine. 

"Facchino", in senso figurativo "la persona che si sobbarca i compiti più ingrati o faticosi". Digitando "facchini" nella sezione Google News appaiono a dir tanto cinque risultati, già a fondo pagina subentrano le ricette culinarie di tale Chloe Facchini. Eppure sono tanti, i facchini. Per lo più stranieri, ricattabili per pochi spicci, perché quando si ha il permesso di soggiorno in scadenza si accetta qualunque lavoro a qualunque condizione. Guai a ribellarsi, si rischia di venire travolti da un camion.

Grazie ai facchini le persone hanno potuto acquistare e farsi recapitare a casa i prodotti di prima necessità come cibo, medicine, libri, ma anche reggicalze, magneti per il frigo, lime per le unghie, quel jeans con effetto push-up scontato al 70%. Nel polo logistico di Piacenza durante tutta la pandemia sono andati alla grande i magazzini delle catene di abbigliamento per spedizioni soprattutto all'estero, Russia, Turchia, Grecia e Paesi dell'Est in testa. Per tenere aperte le fabbriche e i negozi valeva il codice Ateco, per tenere aperta la logistica valeva tutto. Anche quel paio di jeans pazzeschi.

"I nostri associati hanno aumentato la produttività portando ad un innalzamento della stessa pari al 14,4%" dichiarava al giornale Il Mattino il 18 luglio 2020 Guido Grimaldi, presidente Alis Associazione della logistica e dell’intermodalità. Chissà quanti jeans "necessari" lì in mezzo. 

Bastano pochi numeri per farsi un'idea di che giungla senza regole sia oggi il comparto della logistica e dei trasporti. Bastano pochi zoom fotografici.

Primo zoom

Da sola la logistica vale il 9% del Pil e impiega quasi 970 mila addetti, ma siccome all’interno del modello imperante di supply chain la logistica da sola significa niente né a livello teorico né a livello pratico, va analizzata insieme al settore del trasporti. Ebbene, in totale sono 22,4 miliardi di euro, il 27% del fatturato italiano.

Secondo zoom

Oltre il 70% del comparto della logistica e dei trasporti è in Lombardia in una ristretta area di addensamento logistico che va da Novara a Brescia, da Piacenza e a Nord Malpensa, con al centro Milano. In Padania non c'è strada che non costeggi dei capannoni,  la regione logistica padana è prima in Italia e di fatto compete con i maggiori motori logistici europei che poggiano su trasporti non soltanto via terra (Catalogna, Rotterdam, eccetera).

Terzo zoom

I big della logistica fanno magazzino, scalo e assemblaggio di prodotti destinati sia al mercato nazionale che straniero. Tra il 20% e il 40% degli acquisti online viene restituito. “Ordina, ricevi e decidi poi poi” e ”Reso gratuito” significano questo: facchini che fanno avanti e indietro, perché quei jeans non erano poi così pazzeschi.

Quarto zoom

Dentro i magazzini della logistica e i furgoncini di trasporto la lente si fa opaca, come la vita di chi in quell'inferno ci lavora. Ogni tanto sbuca qualche ispettore del lavoro, fa qualche ispezioncina, qualche multa. A fine anno esce il rapporto annuale. Su 4212 ispezioni nel settore "trasporto e magazzinaggio" nel 71,46% dei casi ci sono irregolarità. I dati non fanno notizia, l'indomani si ricomincia tutto da capo. E i facchini tornano a suonare al citofono.

Rapporto annuale 2020 dell'Ispettorato Nazionale del Lavoro - pag.17
Rapporto annuale 2020 dell'Ispettorato Nazionale del Lavoro – pag.17
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