Perché non è facile incastrare l’assassino di Liliana Resinovich dopo l’autopsia: “Il Dna potrebbe non bastare”

La nuova perizia realizzata sul corpo di Liliana Resinovich segna di fatto una svolta in un caso ancora irrisolto dopo 3 anni di indagini. Non si parla più di suicidio ma, stando a quanto riportato nella relazione della Dottoressa Cattaneo, di morte causata da terzi per soffocamento.
Nonostante l'indicazione ora certa di una pista da seguire, il giallo è ben lontano da una risoluzione: si cerca infatti un assassino le cui tracce potrebbero essere individuate in alcuni campioni prelevati sul corpo di Liliana e sui sacchi della spazzatura nei quali la 63enne era avvolta.
Non è però semplice, come spiega a Fanpage.it l'ex commissario di Polizia Celeste Bruno, che da tempo segue il caso. Sotto la lente di ingrandimento finiranno inevitabilmente i campioni piliferi prelevati dai sacchi della spazzatura e dal pube di Lilly, insieme al guanto da giardinaggio trovato poco lontano dal corpo senza vita della 63enne e sul quale sono stati effettuati solo tre campioni per individuare il profilo genotipico di chi lo aveva calzato.
"Il Dna è fondamentale, è vero – ha sottolineato l'ex commissario di Polizia – ma va contestualizzato. Nel caso dei test sui peli, non è detto che si arrivi al nome e cognome dell'assassino, perché possono esserci tanti motivi per cui quelle tracce sono lì".
"La strada per conoscere un ipotetico assassino di Lilly – spiega Bruno – passa dai suoi segreti. È fondamentale conoscere la vita e il passato di questa donna per capire anche come guardare le prove che ci vengono sottoposte. La scienza da sola racconta una storia a metà che rischia di non essere del tutto veritiera".

Partiamo dalle persone già "attenzionate" dagli investigatori. Potrebbe essere tra loro l'assassino?
Sappiamo che sono almeno due le persone attenzionate: Sebastiano Visintin, il marito di Lilly, e Claudio Sterpin che sarebbe un presunto amante. Ovviamente il Dna è sempre utile, perché se le analisi dovessero mostrare una coincidenza con uno degli individui sotto la lente di ingrandimento della Procura, saremmo a metà strada per risolvere il caso. Se non dovesse esserci coincidenza, non è escluso che porti al nome di una terza persona ancora sconosciuta. C'è da dire che il Dna non è tutto, che attorno a quel dato bisogna costruire una storia logica.
Quale può essere secondo lei la storia dietro la morte di Lilly?
La mia ipotesi è che fosse nel boschetto dell'ex Opp per incontrare qualcuno. La perizia dice che il corpo senza vita di Lilly è sempre rimasto sul luogo del ritrovamento ed è probabile che sia arrivata lì con le sue gambe. A questo punto ritengo che fosse lì per vedere qualcuno. Per restringere il cerchio sarebbe fondamentale capire chi sicuramente non c'entra nulla: chi è che non aveva interesse a darle appuntamento in un boschetto?

Se dovesse rispondere a questa domanda, cosa direbbe?
Penserei che il marito non ha motivo di dare appuntamento alla moglie in un bosco per ucciderla. Mi concentrerei su persone che non vivevano con lei tutti i giorni, ma non posso formulare accuse perché le mie sono mere ipotesi basate sulla mia esperienza di tanti anni.
Sterpin dall'altra parte conosceva la zona, ma avrebbe dovuto incontrare Liliana a casa. Potrebbe esserci stato un cambio di programma, allo stato dei fatti non lo possiamo sapere e i cellulari di Sterpin agganciavano la cella telefonica di casa sua. A questo punto mi viene da pensare che possa esserci una terza persona, qualcuno che non è noto all'opinione pubblica.
E per risalire a chiunque abbia ucciso Lilly è determinante il Dna?
Fino a un certo punto. Non penso che il Dna possa raccontare tutto, ma può certamente dare una pista. Come dicevo anche prima, tutto va ovviamente contestualizzato.

Cioè?
Sappiamo che sotto la lente di ingrandimento ci sono i peli e il famoso guanto, no? Ecco, se i peli pubici trovati ci portassero, per esempio, al Dna di Sebastiano Visintin, quest'ultimo dovrebbe "giustificare" la presenza di queste tracce. Non sarebbe neppure così strano, considerato che erano sposati. Se invece lui dicesse di non aver avuto rapporti con Lilly per tanto tempo, quelle tracce sarebbero molto più strane. Lo stesso varrebbe per un'eventuale terza persona: chiaramente quel Dna va contestualizzato.
Diverso invece è il discorso del guanto. Sono state trovatetracce di tessuto compatibile con quel guanto sui sacchi della spazzatura che avvolgevano il corpo di Liliana. Se dai rilievi emergesse il Dna di uno dei sospettati, quel dato sarebbe inchiodante. Perché parliamo di un elemento che si trova sulla scena del crimine e ci sarebbero ben poche giustificazioni.
Bisognerebbe inquadrare i dati scientifici anche in un alibi?
Esatto. Quelle evidenze vanno inquadrate in una storia, verificate. Per questo motivo è importante investigare soprattutto tra i segreti di Lilly. Noi non sappiamo se la polizia abbia o meno valutato altri nomi oltre a quello del marito e dell'amico.