Perché non c’è stato il funerale per le vittime della Strage di Licata
Nessun funerale pubblico per le vittime della strage di Licata. Per Diego Tardino, la moglie Alexandra Ballacchino e i figli minorenni Alessia, di 15 anni, e Vincenzo, di 11 anni, è stato imposto solo un ultimo fugace saluto al cimitero di Marianello della cittadina siciliana dove sono stati seppelliti i loro corpi questa mattina. La decisione è stata presa dal comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica presieduto dal prefetto di Agrigento Maria Rita Cocciufa. Secondo le autorità di pubblica sicurezza, infatti, i funerali della famiglia sterminata dal fratello di Diego, Angelo Tardino, sarebbero stai ad alto rischio per l’ordine pubblico. "Abbiamo voluto evitare problemi di ordine pubblico ed eventuali rischi", ha spiegato il questore Rosa Maria Iraci che ha predisposto per l'ultimo saluto e la sepoltura anche un servizio d'ordine e sorveglianza da parte degli agenti di polizia.
Elenco ristretto di parenti per la sepoltura della famiglia a Licata
La cerimonia di sepoltura, anticipata da una semplice benedizione delle salme da parte di un sacerdote, è avvenuta infatti nella mattinata di oggi, mercoledì 2 febbraio, alla presenza di una limitatissima cerchia di familiari, circa una decina, inseriti in un apposito elenco steso dalla stessa Questura. I documenti dei presenti sono stati controllati uno per uno per evitare ogni possibile ingresso non autorizzato. La decisione per evitare possibili rischi durante la cerimonia religiosa e mantenere l'ordine pubblico . Dopo l'autopsia e il dissequestro delle salme delle quattro vittime, infatti, si stava organizzando un funerale per il quale ere attesa grande partecipazione tanto da aver già valutato la possibilità di organizzarlo in piazza. Idea subito stoppata dalla Questura con una decisione arrivata al termine della riunione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica convocato appositamente.
La strage di Licata e i dissidi economici tra fratelli
Diego Tardino, Alexandra Ballacchino e i figli minorenni Alessia e Vincenzo sono stati uccisi mercoledì scorso nell'abitazione di campagna da Angelo Tardino, il fratello di Diego, che ha esploso dodici colpi sparati con pistole diverse per sterminare la famiglia del fratello. Subito dopo l'assassino ha confessato tutto alla moglie in una telefonata prima di uccidersi con la stessa pistola usata nella strage. Una massacro alla cui base, secondo gli inquirenti, ci sono i dissidi tra fratelli per motivazioni economiche. Prima un'eredità mal divisa dal padre, secondo il killer, poi le discussioni per una stradina di confine fra le due serre adiacenti la palazzina.