Perché Macron e Putin sono rimasti divisi da un tavolo di oltre 5 metri durante il vertice
Putin e Macron al Cremlino divisi da un enorme tavolo ovale in cui i due leader hanno preso posto alle due estremità, tenendosi debita distanza durante il vertice bilaterale a Mosca. Dietro questa scena surreale, che ha scatenato centinaia di meme sui social, si nasconde in realtà una doppia e irremovibile decisione da parte dei due presidenti. Da un lato la scelta di Putin di vivere in una bolla super controllata per evitare il contagio covid, dall'altra la decisione di Macron di non sottoporsi a un tampone covid eseguito dalle autorità di Masca per non rischiare di dare il proprio dna ai russi. A confermarlo sono state due fonti dell'entourage del presidente francese interpellate da Reuters. “Sapevamo molto bene che la nostra scelta significava niente stretta di mano e quel lungo tavolo ma non possiamo accettare che mettano le mani sul DNA del presidente”, ha sottolineato all'agenzia di stampa una delle fonti, riferendosi a problemi di sicurezza se il leader francese fosse stato testato da medici russi.
I due leader di sono visti lunedì nell'ambito di un appuntamento a lungo programmato al Cremlino dove ovviamente al primo posto in agenda vi era la crisi ucraina e il rischio di un escalation con Nato e Usa che possa portare a una guerra. L'incontro però è stato caratterizzato da una evidente distanza fisica tra i due leader che non solo non sono mai venuti a contatto, ma hanno lasciato tra loro ben oltre i due metri come dimostra appunto lo scatto attorno al tavolo di oltre 5 metri di lunghezza. Le due fonti hanno spiegato che dietro quel comportamento ci sono precise regole imposte da Putin in chiave anticontagio. Macron avrebbe dovuto accettare un test PCR fatto dalle autorità russe per avere il permesso di avvicinarsi a Putin. Il Presidente francese però ha rifiutato, da qui il palese distanziamento sociale, ancora più evidente se raffrontato al successivo incontro bilaterale di Putin con il presidente kazako Tokayev durante il quale ci sono state strette di mano e pacche sulle spalle.
Le stesse fonti dello staff parigino hanno spiegato che Macron dal suo canto ha invece eseguito un test molecolare in Francia prima della partenza e un test rapido fatto dal suo stesso medico una volta in Russia. L'ufficio di Macron non ha confermato né smentito il caso del dna ma ha affermato che il rifiuto è dovuto al fatto che il protocollo sanitario russo non era sembrato accettabile né compatibile con l'agenda del Presidente in quanto il tempo necessario per attendere i risultati era lungo. "Il presidente ha medici che definiscono con lui le regole che sono accettabili o meno in termini di protocollo sanitario" hanno però aggiunto. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, dal suo canto ha confermato che Macron ha rifiutato il test e ha detto che la Russia non ha avuto problemi con questa decisione, ma è stata necessaria una distanza di circa sei metri da Putin per proteggere la salute del leader del Cremlino. "Non c'è nessuna decisione politica in questo comportamento, non ha interferito in alcun modo con i negoziati", hanno sottolineato dal Cremlino.