Perché Louis Dassilva è stato arrestato per l’omicidio Paganelli: la telecamera, l’alibi e gli altri indizi
“Una pluralità di indizi, connotati da gravità, precisione e indubbia concordanza tra loro”, così il gip di Rimini Vinicio Cantarini ha spiegato cosa lo ha portato a firmare l’ordine di arresto per Louis Dassilva con l’accusa di omicidio di Pierina Paganelli, la sua vicina di casa uccisa con 29 coltellate nel garage del condominio di via del Ciclamino a Rimini la notte del 3 ottobre scorso. Secondo Procura e giudice, il 34enne avrebbe agito nel timore che la 78enne potesse scoprire la sua relazione con la nuora della pensionata, Manuela Bianchi, di cui lui era amante, come emerso dalle intercettazioni, agendo dunque per futili motivi e con crudeltà, che sono le aggravanti che vengono contestate all’indagato.
Del perché Louis Dassilva è stato arrestato oggi per l’omicidio di Pierina Paganelli ne da una spiegazione la Polizia di Stato Rimini che ha eseguito indagini e arresto. A incastrare Dassilva, secondo gli inquirenti, un video di quella notte ripreso da una telecamera la cui analisi ha ricondotto a lui, ma anche gli accertamenti tecnici compiuti sul telefono dell'indagato e sulle app istallate che avrebbero di fatto smentito l’alibi dell’uomo.
Telecamera ha ripreso un uomo nero al momento dell'omicidio di Pierina
Louis Dassilva ha sempre detto che quella notte era rimasto in casa sua per i postumi di un incidente in motorino e di non essersi mai mosso fino al mattino seguente. Per gli inquirenti, però, sarebbe proprio lui l’uomo che si vede nel video la cui scarsa qualità però non ha permesso una sovrapposizione perfetta dei tratti fisiognomici della figura con altre persone. Secondo la Questura riminese, dal video però sarebbero emersi comunque elementi chiave a carico dell’indagato.
Le analisi tecniche sul video infatti hanno stabilito che la pigmentazione del soggetto ripreso era sicuramente di carnagione scura e Dassilva è l'unico abitante di colore nel condominio di via del Ciclamino. Inoltre nell'orario dell’omicidio di Pierina Paganelli, alle ore 22:13, nessun altro è entrato nel condominio né in quelli limitrofi. Dallo stesso video è emerso inoltre che quella figura aveva un marcato movimento della spalla destra che per gli inquirenti sarebbe molto sovrapponibile a quello riscontrato in video ritraenti il 35enne. Altri accertamenti specifici sono stati condotti sugli orari del video che hanno confermato che il tempo richiesto per percorrere il tragitto tra il garage dove è avvenuta l'aggressione e il ritorno al condominio son compatibili con l'orario della ripresa della telecamera (22.17).
L'esame del telefono e l'alibi smentito di Louis Dassilva
Dagli esami di telefono e degli altri apparecchi, è stato stabilito che intorno all'orario dell'omicidio, Dassilva era sicuramente sveglio, poiché aveva letto un messaggio ricevuto alle 21:44 ed era connesso a Netflix fino alle ore 22:06. L' apparecchio telefonico era stato poi riutilizzato alle ore 22:38. In questo intervallo di tempo, secondo il GIP, l’indagato potrebbe essere sceso tranquillamente al piano seminterrato, potrebbe aver ucciso Pierina Paganelli, essere uscito dal condominio per disfarsi dell'arma, mai ritrovata, e infine aver fatto rientro in abitazione.
La corporatura di Dassilva e la conoscenza delle abitudini di Pierina
Infine nell’ordinanza di custodia cautelare si sottolinea che ci sono altri elementi ritenuti importanti dagli investigatori come la corporatura e l’altezza dell’indagato e il fatto che sia destrimane. Entrambi elementi che sarebbero compatibili con le caratteristiche dell'assassino, come evidenziato dall’autopsia, secondo la quale Pierina è stata colpita da una persona molto più alta di lei. Da non sottovalutare, secondo gli inquirenti, la conoscenza delle abitudini della donna. "L'azione è stata fulminea e pertanto dovevano essere perfettamente conosciute le abitudini dell'anziana ed anche i luoghi, conoscenza che a Dassilva era assicurata non solo dal rapporto con Manuela Bianchi, ma anche dalla posizione della finestra del suo balcone, che affaccia sulla rampa del garage e permetteva di assistere all' arrivo dell' autovettura della vittima" sostiene il Gip.
In definitiva, secondo gli inquirenti, le indagini hanno verificato e smentito ogni eventuale pista alternativa attraverso "investigazioni svolte con accertamenti bancari, acquisizione di tabulati, di videoriprese, assunzione di siti". Tra le piste alternative vagliate anche quella di un collegamento con l'incidente occorso al marito della Bianchi e figlio di Pierina ma che "si è rilevato insussistente"