Perché l’Europa avrà sempre meno peso nel Conclave e quanto inciderà sull’elezione del Papa

Ancora pochi giorni e poi inizierà il Conclave che eleggerà il successore di Papa Francesco. Chi sarà il nuovo Pontefice scelto tra i 135 cardinali (anzi 133 perché due di loro hanno detto che per motivi di salute non potranno raggiungere Roma) neanche i più esperti del Vaticano riescono a prevederlo. Perché di una cosa siamo certi: il Conclave è fatto di schieramenti di potere, di pesi e contrappesi geografici, e di equilibri che sono cambiati negli ultimi anni. Basti pensare che l'arcivescovo di Milano non è un cardinale e quindi non un membro del Conclave. Cosa impensabile in passato. Oppure che l'Austria, importante per la storia cattolica, non avrà un suo rappresentante nella Cappella Sistina. Mentre la Germania saranno solo in tre. Questo vuol dire che i rappresentanti della Chiesa arrivano da Paesi sempre più lontani da Roma.
Dati alla mano, il Conclave il 7 maggio ospiterà 53 cardinali europei e 82 non europei: 37 americani (16 America del Nord, 4 America Centrale, 17 America del Sud), 23 asiatici, 18 africani e 4 oceaniani. Ma quali sono i giochi di potere e gli equilibri che stanno dietro all'elezione del nuovo Vescovo di Roma? Quanto può influenzare la politica? A Fanpage.it lo spiega Gian Luca Potestà, professore emerito di Storia del cristianesimo e delle Chiese presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

La durata del Conclave dipenderà da quanto saranno già decisi gli schieramenti prima di entrare nella Cappella Sistina?
In occasione degli ultimi conclavi gli schieramenti si fissarono con una certa rapidità per questo le fumate nere erano state poco. A quanto pare l'elezione di Benedetto XVI fu appoggiata dal gruppo vicino al Cardinale Martini per impedire una soluzione diversa. Già in occasione di quel Conclave probabilmente si era profilato il cardinale Bergoglio che venne eletto al successivo Conclave. È impossibile ora capire chi potrà venire eletto. Non si può sapere, se non si è dentro queste dinamiche.
Quali caratteristiche ha questo Conclave?
Ci sono moltissime nazioni rappresentate. Ecco quindi l'elemento del pluralismo. In secondo luogo: ci sono alcuni Paesi che tradizionalmente hanno sempre pesato nella votazione ma che attualmente sono quasi privi di cardinali. Ad esempio è impressionante che la Germania, uno dei grandi contributori dal punto di vista teologico e caritativo ed economico, abbia solo tre cardinali elettori. Che l'Austria, un grande Paese cattolico, non abbia neanche un cardinale. Che l'Irlanda, che pure ha un peso cattolico non indifferente, non abbia neanche un cardinale.
Come spiega tutto questo professore?
Evidentemente c'è una perdita di peso dell'Europa sul piano degli equilibri. Dopotutto Papa Francesco si è presentato dicendo che è il Papa che è arrivato dalla fine del mondo, è chiaro che lui ha tentato un'operazione di riequilibrio continentale. Di fatto ora ci sono tutti i continenti rappresentati. Inoltre, molte sedi tradizionalmente cardinalizie non sono state più attribuite a cardinali. Un esempio? L'arcivescovo di Milano non è un cardinale, così come il patriarca di Venezia. O come l'arcivescovo di Palermo e di Parigi. Il Papa ha spiegato fin da subito che non è che se diventi successore di Sant'Ambrogio a Milano sei su un trampolino privilegiato per diventare Pontefice. Cosa che è successo invece in passato. Bergoglio non voleva penalizzare nessuna sede vescovile, in linea di principio.
Quindi riassumendo questo conclave ha la caratteristica della pluralità delle nazioni e della perdita di peso dell'Europa. Altro elemento è la presenza massiccia di diversi ordini religiosi, ci sono frati minori dei diversi ordini francescani, salesiani, gesuiti, redentoristi, lazzaristi, verbiti e altri ancora ecc. Questo è un elemento su cui si baseranno anche alcuni schieramenti. Queste caratteristiche ed elementi rendono però tutto imprevedibile.
La perdita di potere elettorale dell'Europa è la prima volta che è così forte?
Negli anni è stata una perdita progressiva, per quanto l'Europa resti di gran lunga il continente con il maggior numero di cardinali elettorali. Ora gran parte delle zone del mondo sono rappresentate. Pensiamo alle Filippine, in passato a stento c'era un cardinale. Ora ce ne è più di uno. C'è un cardinale in questo conclave anche di Timor Est e uno di Capo Verde. E ancora: dalla Corea del Sud e Papua. Questo nuovo equilibrio geografico è in progressione da Paolo VI in poi. Ma questo non vuole dire che non verrà eletto un Papa europeo. Certo l'elezione di un Papa tedesco sarà molto improbabile, mentre quello spagnolo non sarebbe impensabile dal momento che può contare anche sull'America Latina. Hanno un peso infatti anche le aree linguistiche. Poco probabile che venga eletto ancora un argentino, o ancora un gesuita.
E gli italiani?
Gli italiani sono ancora un numero importante. Resta comunque il loro peso specifico perché il Papa è per definizione e prima di tutto Vescovo di Roma.
Quanto è un gioco di potere il Conclave? E quanto potrà essere politica la nomina?
La dimensione del potere c'è nel Conclave. Dopotutto è un piccolo ‘parlamento' che si unisce: c'è chi sarà più abile, chi sarà più esperto, chi sarà alla prima esperienza…..il gioco di potere c'è. La dimensione politica? Non penso ci sia in termini diretti, ad esempio chi è filo-Trump e chi no. Ci sarà comunque una sensibilità politica, che del resto di insinua dappertutto. Ma la nomina del Papa non sarà su base politica, questo è certo. In passato le grandi potenze avevano un diritto di veto sull'elezione del Papa, dall'inizio del ‘900 non più.