Perché l’Emilia Romagna potrebbe diventare zona rossa
"Le limitazioni dell'arancione non bastano più. Occorre agire adesso per un pericolo che ha rialzato la testa con le varianti". Il governatore dell'Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, non usa giri di parole per descrivere la situazione sempre più grave che si trova ad affrontare la sua regione, che si avvicina al passaggio dalla zona arancione a quella rossa. Già su gran parte del territorio negli ultimi giorni sono partite misure ancora più restrittive rispetto a quelle previste per la fascia in cui è classificata attualmente, perché, per l'appunto, non più sufficienti a contenere l'impennata dei nuovi casi, dovuta soprattutto alla massiccia circolazione della variante inglese.
La situazione attuale in Emilia Romagna
Al momento, già la Città Metropolitana di Bologna e la provincia di Modena saranno in zona rossa, Reggio Emilia invece in arancione scuro da domani, giovedì 4 marzo. Nel rispetto del nuovo Dpcm, firmato ieri dal premier Mario Draghi, la sospensione delle attività in presenza nei nidi e nelle materne avverrà da lunedì, mentre quella dei servizi alla persona (parrucchieri, barbieri ed estetisti), da sabato 6 marzo. Arancione scuro, fino al 21 marzo, anche per le province di Ravenna, Rimini e per il distretto di Cesena. Insomma, gran parte del territorio regionale è già passato a misure ancora più restrittive per contrastare l'avanzata del virus.
Rt e pressione sugli ospedali: perché si va verso la zona rossa
La situazione, dunque, non è delle migliori. "La variante inglese ha assunto una consistenza elevata soprattutto nelle province di Bologna e Modena", ha spiegato l'assessore alla Salute Donini in conferenza stampa, snocciolando anche i numeri dell'emergenza. "Abbiamo avuto oltre 24mila casi in una settimana – ha aggiunto -. L'incidenza settimanale è passata da 255 a 341 casi ogni 100mila abitanti". Il che si traduce, ovviamente, in una pressione importante sulle strutture ospedaliere: "Oggi abbiamo raggiunto il 40% di posti letto occupati nei reparti Covid e il 32% nelle terapie intensive, superando il livello di guardia". Molti i contagi che si sono verificati anche nelle scuole. "Sono state contagiate 957 persone tra docenti e studenti solo a Bologna", ha precisato Donini, mentre il presidente Bonaccini ha aggiunto che "a Bologna e Modena l'Rt è già oltre 1,25, la soglia di rischio scelta dal Governo per far scattare la zona rossa. In assenza di nuove misure restrittive la curva epidemica continuerebbe a crescere, le limitazioni da zona arancione classica non bastano più per come il virus è mutato, contagiando soprattutto i più giovani". Il rischio, dunque, è che la regione venga travolta dalla varianti prima che la campagna di vaccinazione possa portare i primi frutti.